Visto per Voi – Non è un paese per giovani

Al cinema dal 23 marzo “Non è un paese per giovani” è il nuovo film di Giovanni Veronesi ( regista di Manuale D’amore, Italians), si è ispirato al programma radiofonico che conduce su Radio Due.

Due giovani lavorano come camerieri decidono di partire per inseguire i loro sogni, destinazione Cuba, terra di cui non conoscono né la storia, né la rivoluzione, terra invece, in cui storia e rivoluzione sono presenti nell’aria.

Nel film, Sandro (Scicchitano) ha poco più di 20 anni, è gentile e insicuro e sogna di diventare uno scrittore.

Luciano (Anzaldo) è coraggioso e brillante, ma con uno strano lato oscuro. Sandro segue Luciano in un’avventura a Cuba, dove supportati dalla strampalata Nora ( bravissima Sara Seraiocco).

Provano ad aprire un ristorante sulla spiaggia che possa offrire ai propri clienti il wi.fi, ma Luciano viene sedotto da violenti incontri di boxe clandestini. La storia si evolverà entrando nella vita dei tre ragazzi. Nel film anche Sergio Rubini e Nino Frassica.

Un film che rivela la perdita di speranza di giovani di poter essere felici nel proprio paese, accanto ai propri affetti nella propria terra, e la dura ammissione che altrove si sta meglio, nonostante le difficoltà e le rinunce.

Le immagini, la fotografia sono accompagnate dalla colonna sonora di Giuliano Sangiorgi, con il quale Veronse aveva già collaborato.

Un film di denuncia con qualche cliché e di avventura insieme. Agli italiani che sono costretti ad andare all’ estero, non importa il luogo “basta un posto qualunque dove potersi sentire a casa”.

The Sun’s smile

Raffaela Anastasio

 

 

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Visto per Voi – Il Tempo resterà

Programmato in sala il 21, il 22 ed il 23 marzo come evento speciale, il docu-film “Il Tempo resterà“.

A due anni di distanza dalla tragica scomparsa, Giorgio Verdelli porta in sala la musica i pensieri e la straordinaria melodia dell’artista partenopeo, Pino Daniele.

Un viaggio attraverso le parole, i ricordi, delle persone a lui vicine, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, James Senese, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, ancora Arbore, Ranieri, Bollani, Jovanotti…, in un montaggio non lineare, intervallato dalla voce di Claudio Amendola.

Un excursus di aneddoti, duetti e colonne sonore ( meraviglioso il video privato in cui Daniele e Troisi danno vita a Quando, colonna sonora di Pensavo fosse amore…invece era un calesse) che indicano come Pino abbia rivoluzionato i canoni tradizionali della canzone partenopea. Il suo Blues ha reso la lingua partenopea ” Universale”.

Gli odori, i sapori, il colori ed il calore di Napoli, nella sua musica che il tempo non cancellerà.

Ho seguito il film con l’emozione di una ragazzina al suo primo concerto. La mia Napoli nelle sue note, nella sua voce…una musica senza frontiere, ed il tempo non cancellerà il suo ricordo.

” Siamo noi che dobbiamo entrare nel tempo, noi poi ce ne andremo ma il Tempo Resterà”… Pino Daniele

Lui resterà!

The Sun’s smile

Raffaela Anastasio

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David di Donatello 2017 ed è ” LA PAZZA GIOIA”

Il 27 Marzo si è svolta la 61esima edizione dei David di Donatello, lo storico premio del cinema italiano.

La presentazione di tutti i candidati all’ambito premio, si è svolta al Quirinale al cospetto del Presidente della Repubblica Mattarella.

La cerimonia della consegna è avvenuta presso gli Studios di Roma, al timone Alessandro Cattelan.

Molti gli ospiti della serata, Carlo Verdone, Claudio Amendola, Maccio Capatonda, Eva Riccobono, Jasmine Trinca e tanti altri.

“Le parole sono scintilla che si trasforma in luce”, con queste parole si apre la 61esima edizione dei ” David di Donatello”.

Un divertente cortometraggio, ” Io, Tu e David, (protagonisti Mastandrea, Argentero Cattelan), in maniera ironica spiega le regole fondamentali per fare un film che possa vincere un David.

Bisogna scegliere la storia, quella che colpisce i sentimenti, la famiglia, il luogo giusto, magari locations che toccano le “Film Commission” ( Trentino alto Adige e Puglia). Raccontare cliché che fanno leva nel cuore delle persone, affrontare temi attuali e drammatici (religione, omosessualità) fino ad arrivare alla musica, quella dell’autore del momento ( in sottofondo Giovanni Allevi). Ultima regola fondamentale : ” Votarsi da soli”.

Le premiazioni rapide e serrate vedono vincitori:

Miglior Film ” La Pazza Gioia”  di Paolo Virzì.

Miglior regia Paolo Virzì.

 

Miglior attore protagonista Stefano Accorsi per ” Veloce come il vento”.

Miglior Attrice protagonista Valeria Bruni Tedeschi per ” La pazza Gioia”, che ha donato un po’ di pepe alla cerimonia, ringraziando tutti, dai parenti alla sua psicanalista, agli estranei che volontariamente o involontariamente le hanno regalato un sorriso.  Valeria risulta la protagonista indiscussa della serata.

Premio alla carriera all’immenso Roberto Benigni.

Miglior attore/attrice non protagonista rispettivamente a Valerio Mastandrea e Antonia Truppo.

Miglior Film straniero ” Animali Notturni” regia di Tom Ford.

Miglior Film Europeo ” Jhon” regia di David Lynch.

Durante la consegna dei David un solo momento musicale in onore di personaggi scomparsi,che hanno contribuito a fare grande la storia del cinema italiano, il leader degli Afterhours, Manuel Agnelli, da vita ad una versione suggestiva di ” Across The Universe” dei Beatles.

La serata volge a termine, non ci resta che attendere il prossimo anno.

” Il cinema è la fabbrica dei sogni, speriamo che l’Italia continui a fabbricarne ancora tanti” cit. R.B.

 

The Sun’s smile

Raffaela Anastasio

 

 

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Cinecibo Awards 2017

Il 15 marzo 2017 a Roma si è tenuta la cerimonia di consegna dei Cinecibo Awards 2017.  Tra i premiati Fausto Brizzi come migliore regista, Matteo Rovere miglior produttore, Ambra Angiolini miglior attrice, Stefano Fresi miglior attore, e ancora Fausto Brizzi e Giuseppe Zeno.All’attore Lino Banfi il premio alla carriera.

Hanno condotto egregiamente il Festival le sorelle Laura e Silvia Squizzato con l’apporto dell’ideatore del Festival Donato Ciociola.

I Cinecibo Awards sono stati consegnati dall’attore e regista Michele Placido (foto a lato), presidente del Cinecibo Festival.

Il premio è una creazione artistica su vetro del maestro Sergio Mastrangelo.

La giuria del festival è composta da esperti del settore cinematografico, della comunicazione e dell’alimentazione, che ha assegnato il riconoscimento ai protagonisti del cinema italiano che con il loro lavoro valorizzano il legame tra il cibo e la settima arte. Nell’edizione 2017, la giuria ha deciso di assegnare un premio speciale alla giornalista e conduttrice televisiva, esperta dell’arte culinaria, Federica De Denaro e alla casting director marita D’Elia.

Fedele al connubio cinema-gastronomica, alla premiazione è seguita la degustazione di piatti realizzati con i prodotti di eccellenza delle tradizione culinaria italiana.

Cinecibo, ideato da Donato Ciociola e giunto alla sua sesta edizione, è un festival cinematografico a tema gastronomico che si propone di coniugare la corretta alimentazione e il cinema di qualità attraverso la competizione di opere audiovisive.  Fa parte dell’iniziative del Festival il bando di concorso è aperto a tutti ed è  ad iscrizione gratuita con scadenza il 31 maggio 2017.

Questa edizione del Festival è stata per me speciale, in quanto ho avuto la possibilità di essere presente alla consegna dei premi.

Raffaela Anastasio

Donato Ciociola e Raffaela Anastasio

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27 – 2.1

“Humaliwo” “L’onda scroscia rumorosamente” è così che veniva chiamata dai Cumash, una tribù di nativi americani.

Malibu.

Il sole continuò ad accompagnarci quel giorno. Tutti in macchina percorremmo una strada lunga, ampia. Le montagne incontravano il mare. Durante il viaggio Gigi, che ormai aveva una certa padronanza della zona, ci raccontò aneddoti sulle case dei “V.I.P.”e  la possibilità di vederne qualcuno passeggiando semplicemente sulla spiaggia. Ero affascinata dalle enormi case che si presentavano davanti ai miei occhi in diverse forme e colori, poste ad un soffio dal mare e la mia immaginazione mi portò su una veranda di una di quelle meravigliose case in compagnia di una birra ghiacciata, ad ammirare il sole che lasciava il posto alla luna e le onde del mare accompagnavano il momento con la loro dolce e rilassante musica…

“Uè Questa è la casa di Paris Hilton”, la voce di Gigi mi distolse dal sognare ad occhi aperti e mi riportò in macchina.

“ Paris usa questa casa per dare tante feste, c’è sempre un sacco di gente, e noi facciamo le foto”.

Arrivati in un grande parcheggio, lasciammo la macchina e ci dirigemmo in una piccola locanda a pochi passi dal mare. Si accedeva attraverso una porta in legno che all’apertura emetteva uno strano cigolio.

Un potpourri di odori si fece spazio nelle mie narici dal pesce alle patatine fritte, il profumo di cipolla misto ad altre spezie era predominante.

Grandi lavagne indicavano le varie opzioni per sfamarsi, dal riso al pesce fritto, verdure, purè di patate e non poteva mancare la pasta.

Decidemmo di godere ancora del sole sistemandoci per il pranzo nei tavoli all’aperto.

Era il pranzo del mio compleanno.

Tutto era così perfetto il posto, la compagnia che le verdure lesse che avevo ordinato sembravano anche buone. Finita la birra era tempo di visitare il molo.

Una grande insegna ci accolse all’ ingresso.

Al centro la grande passerella di legno, ai lati graziosi locali dove era possibile sostare per un aperitivo.

Mi mossi in esplorazione perdendo di vista per qualche tempo i miei compagni di viaggio.

Arrivai a metà della passerella e notai piccoli negozi “bio” in cui si aveva la possibilità di acquistare deliziose piantine di erbe aromatiche e frutta e verdura: “Fantastico! “pensai.

Superati i negozi, sia a destra che a sinistra, tramite dei gradini, era possibile salire su un terrazzo meraviglioso, elegantemente arredato. Adorai le piccole luci sistemate tra una torretta ed un’altra…e poi l’infinito… innanzi a me l’oceano.

Impressionata da quella immensità, sostai per qualche minuto, incantata dal sole che poco alla volta stava raggiungendo il mare.

 

Ritrovai i miei compagni di viaggio e ascoltai le loro conversazioni sulle case dei V.I.P., Gigi dalla postazione in cui eravamo le riconosceva quasi tutte.

Purtroppo era tempo di andare, ci attendeva il famoso tramonto a Santa Monica.

Ripercorremmo il molo al contrario e con la gioia nel cuore lasciammo quel posto meraviglioso. Una nuova incisione nella mia anima.

Immersi nel traffico dell’orario di punta, cercai di fissare ogni immagine, ogni sensazione provata, ogni emozione, affinché potessero essere indelebili nella mia memoria.

Il mio sguardo volgeva fuori, attraverso il vetro del finestrino dell’auto, un uomo che ballava per strada, le sue movenze sembravano essere scandite da un tempo ben preciso, muoveva il capo da una parte all’altra e lasciava che i suoi arti si muovessero liberi. La musica che accompagnava la danza di quell’uomo, non era udibile dalle mie orecchie, né da quelle di qualcun altro, ma il senso di libertà quella danza emanava era quasi tangibile, potevo sentirlo come un’onda travolgente.

 Un cartellone pubblicitario: “Malibu is a Lifestyle”.
Forse era vero.

Raf

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27- 2.0

Avevo 19 anni quando decisi che non avrei più festeggiato il mio compleanno. Brutti ricordi erano legati a quel 27 Febbraio.
Sguardi spenti, rabbia nel cuore, spalle irrigidite dal dolore.
Poi qualcosa è cambiato.
La consapevolezza di aver avuto la fortuna di poter vivere in quel giorno e nei successivi altri giorni ha fatto in modo che io gioissi di quella data, ma, mai avrei creduto di festeggiarlo così proprio come l’avevo sognato, alla scoperta del mondo.

I Romani festeggiavano il “dies natalis” (giorno di nascita) di imperatori, divinità e di particolari eventi importanti.
I Sovrani del Regno Unito, Olanda e svariati altri usano festeggiare, come da vecchie tradizioni, i loro compleanni per più giorni, ecco quello che era venuto fuori con una piccola ricerca on line e qualche reminiscenza scolastica
Il mio compleanno fu degno di Re e Regine, non accompagnato da sudditi ma da amici sinceri.

Los Angeles offriva varie possibilità per rendere quel giorno meraviglioso, poi cacchio ero nella città degli angeli quello mi bastava.
La notte del 26 febbraio, si chiacchierava al Party di Pascal. L’Avvocato ed io vestiti di tutto punto per la nostra prima serata mondana, iniziammo a prendere confidenza con l’ambiente, non avemmo difficoltà ad amalgamarci con le persone che abitualmente calcavano il Red Carpet.

Gigi teneva d’occhio di continuo il suo orologio.
Seduti al bancone del bar del ristorante il ” Trastevere”, iniziammo ad ordinare da bere ed un urlo mi spaventò:
” AUGURIIIIIII!”
” Cacchio grazie ma così rischiavi di avere una festeggiata infartuata”.

Erano le ore 00.00 del 27.02. in Italia le 9.00 AM.
Si dava inizio alle danze!
Il tintinnio dei cubetti di ghiaccio nei bicchieri, colmi di Rum e Coca- cola, gentilmente serviti da Nina, uniti nel brindisi erano la colonna sonora perfetta per i sorrisi e gli sguardi felici di quegli attimi… il mio cuore accompagnava di buon grado quella melodia.

Il compleanno era iniziato nel migliore dei modi sarebbe continuato ancora meglio.
Torta e spumante questo era il mio primo desiderio da trentasettenne.
Come se avessi avuto la bacchetta magica tra le mani … mi ritrovai catapultata nel fantastico telefilm degli anni 80′ “Happy Days” a mangiare apple pie e bere prosecco.
La notte sembrava infinita, trascorreva lenta.
Attimi intensi, leggeri scivolavano sulla mia pelle, lasciando però segni indelebili nel mio cuore.
Il giorno si affacciò lento sui nostri occhi.
Carica come se avessi dormito due giorni di fila, ma invece solo per poche ore, ero pronta.
In macchina, direzione Santa Monica, Venice, Malibu.
Il mio cuore non poteva essere più felice, i miei occhi stavano appurando che quei paesaggi per anni visti nei films esistevano davvero.
Immense spiagge, palestre a cielo aperto, campi di basket, intere famiglie che si spostavano in bici..
L’immenso , vasto oceano..
Ero senza parole.
Estasiata, non sapevo dove guardare, prima a destra dove un’artista di strada intonava “Wind of change”, poi a sinistra negozietti che vendevano qualsiasi cosa anche la marijuna dietro prescrizione medica, poi ” Optimus Prime” meritò la mia foto.
Il sole come sempre al mio fianco mi sorrideva e donava vita, togliendoli dall’ombra, a bellissimi Murales che decoravano facciate di alcuni palazzi. Dei capolavori. Opere d’arte ben impressi nella mia memoria.

Era tutto così irreale, ma vero.


Quello era il mio giorno. Giocai a fare la Diva, Gigi in questo fu mio complice.
Era ormai ora di pranzo. Malibu mi aspettava, aveva in serbo per me molte sorprese.

Raf
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Enjoy

Ogni vacanza che si rispetti deve avere il proprio “tormentone”. Spesso è la musica che la fa da padrone imponendo un motivetto ascoltato in un determinato istante che ti ricorda quella determinata vacanza.
E’ stato così per il viaggio in Sardegna con Io ti Aspetto di Marco Mengoni, Sicilia Firestone,
per il viaggio in Florida con Wake Me Up di Avicii e per tante altre splendide vacanze.
I miei sensi erano in attesa di captare quello che poteva essere il ” tormentone” del mio viaggio nella città degli angeli.

Sveglia all’alba  causa del jet lag, in ogni caso dormire mi sembrava una perdita di tempo, sostavo all’ingresso della mia stanza quando ancora il sole non era alto e la luce appena accennata. Mi piaceva godere di quel momento tutto mio per assaporare ed immergermi nei profumi della città dei sogni ed ascoltare.
Quegli attimi di solitudine duravano poco.
Ad uno ad uno i compagni di quel folle viaggio levavano la testa dal cuscino ed un motel di Hollywood diventava un angolo di ” via riviera di Chiaja”  ( Napoli). Dopo aver bevuto uno di quei lunghi caffè, mangiato un “dunat”, ( meravigliose ciambelle ricoperte di dolce glassa) e   aver messo a punto l’organizzazione e le mete da visitare eravamo pronti: ero pronta per riempire i miei occhi ed incidere la mia anima.

Il sole stava prendendo possesso della sua posizione nel cielo e riscaldava i nostri cuori. L’Avvocato aveva deciso che il modo migliore per sentirsi parte di quella terra era esplorarla correndo. Attraversati uno o forse due semafori, ci dirigemmo verso un parco vicino “ Runyon Canyon Park”.

La strada sterrata e tutta in salita ci mise a dura prova, le intere giornate trascorse in ufficio a Roma non avevano sicuramente allenato le nostre gambe. L’entusiasmo e la curiosità di vivere quei luoghi non ci demotivò dalla piccola “scalata”, l’Avvocato impavido mi disse con occhio fiero:

” Raf io ora vado, vado forte”.

“Perfetto ci becchiamo su”, gli risposi, anche se immaginavo cosa sarebbe successo dopo poco.

L’Avvocato iniziò a correre, io a godermi ogni passo, ogni respiro.

La musica accompagnò quei momenti. Ero estasiata. Ero circondata dalla bellezza, la natura mi accompagnava in ogni passo. Ero attenta a scorgere tutti i particolari. Non volevo che mi sfuggisse nulla.

Molte persone erano lì in quel parco, giovani bellissime ragazze, che indossavano pantaloncini e top. I capelli sciolti, fluenti, in balia del movimento del corpo, i loro fisici perfetti.

I bellissimi, ma non in alta percentuale, uomini,che con il mento alto, occhiali da sole, falcata fiera mettevano in bella mostra quegli addominali quasi improbabili, scolpiti nella pietra.

Ho provato   una seria invidia in quei momenti e mi sentivo in colpa per aver mangiato patatine e nutella nei giorni precedenti guardando la tv. Trattenni il respiro per ritirare la pancia e continuai a camminare. Il sole iniziava a prendere pieno possesso della sua posizione. I suoi raggi iniziavano a scaldare la mia pelle. Piccole umide goccioline facevano capolino sulla mia fronte, intanto seguivo con lo sguardo l’Avvocato, le sue gambe non avrebbero retto a lungo con quel ritmo, con quelle salite. Dopo pochissimo si arrese inevitabilmente.

Più salivo, più alle mie spalle si palesava un paesaggio meraviglioso. Una distesa di manto verde. Un po’oltre, dove quasi lo sguardo non arrivava, perché protetta da una leggera foschia, la città vasta, immensa. Cercavo di catturare i particolari di quel posto facendo qualche foto, ma nulla sarebbe stato più efficace di ciò che percepivano i miei occhi.

Poi una panchina posta in un angolo del percorso.

Non potevo non fermarmi. Pensai che spesso ( sbagliando) viviamo come se fosse per sempre, dimenticandoci di vivere gli attimi, per cui decisi di sedermi su quella panchina per vivere quell’istante prezioso. Innanzi a me l’infinito.

Ripresi la passeggiata arrivando finalmente in cima, dove la curiosità mi spinse a guardare, o meglio a sbirciare dietro ad alcuni cancelli che proteggevano delle abitazioni meravigliose, speravo di incrociare lo sguardo di Leonardo di Caprio, Jon Kortajarena invece solo qualche cagnetto spaventato che cercava di intimorirmi.

Ritrovai il mio compagno di viaggio, stanco, affannato, con l’ego ferito dal percorso arduo.

Ripercorremmo insieme  la strada al contrario. Il tempo trascorso sembrava essere stato infinito, invece ci accorgemmo che erano soltanto le 9.30 am.

Dopo aver fatto una piccola sosta per reintegrare i liquidi, non persi occasione per prendere in giro l’Avvocato:
“Ma Raf era tosta”,

Chissà perché io lo sapevo.

Hollywood era in fermento. Sulla  “ Walk of Fame” erano in corso i preparativi per celebrare un grande artista italiano Ennio Morricone.

Una decina di uomini a lavoro, che di tanto intanto si gridavano: “ enjoy”, transenne posizionate, prova microfono, assegnazione dei posti e su di una panchina dall’altro lato della strada, vestiti di tutto punto, con giacca scura  e macchina fotografica alla mano, Gigi ed Eugenio, anche loro in attesa di immortalare l’evento.

Sebbene fossimo stanchi e sudati l’Avvocato ed io decidemmo di rimanere, non potevamo perderci quell’evento storico che avremmo potuto poi raccontare ai nostri nipoti.

Dopo un bel po’ di attesa il parterre iniziò a prendere vita.

La mia gioia esplose all’arrivo del Maestro, accompagnato dal mitico Quentin Tarantino.

La celebrazione per la consegna della stella sulla “ Walk Of Fame” al Maestro Morricone durò circa 1 ora, poi proseguimmo alla conquista della città.

Direzione Down town.

Red line, la linea rossa della metro ci avrebbe condotti nel cuore della città.

Ed eccola, maestosa, immensa, sovrana.

Altissime costruzioni, di cui spesso il mio sguardo non riusciva a scorgerne la punta, predominavano. Camminammo per ore, immettendoci in stradine più o meno solitarie, e constatando anche che Los Angeles non era solo Hollywood o Beverly Hills. Purtroppo molte zone della città erano alla deriva. Persone disagiate sostavano sui marciapiedi e li’ gli odori erano forti, decisi. I visi di quelle persone sono ben chiari nella mia mente. I loro occhi folli, tristi, arrabbiati sono qui con me ora.

Rientrammo nel nostro Motel pensierosi, e con molte domande alle quali non sarebbe mai stata data una risposta.

Una parola intanto vibrava spesso nell’aria della città degli angeli “Enjoy”.

Per qualsiasi cosa io chiedessi, per il cibo, per delle informazioni, le persone con un fantastico sorriso sulle labbra, alla fine mi dicevano: “Enjoy”.

Mi piaceva quella parola aveva un bel suono, sapeva di buono.

Lo avevo trovato! Il  “ tormentone” che attendevo.

“GODI”, ecco il significato letterario di “ Enjoy”.

Non poteva esserci altra parola per guidare questo viaggio. Godi!

 Godi per e di ogni cosa, per ogni momento, per ogni attimo, per ogni singolo respiro, per ogni tratto di strada, per ogni tramonto, per ogni sguardo, per ogni passo.
Era quello che stavo facendo.
Enjoyed life!

Raf

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Il momento prima dell’inizio

In un tempo lontano, quando si era all’avanguardia nel possedere un videoregistratore, mia sorella ed io incuriosite da una videocassetta la cui copertina metteva in evidenza una splendida ragazza, ci intrufolammo nella stanza di zio Aldo in sua assenza, lui possedeva un videoregistratore, era il nostro “uomo all’avanguardia”.

Con un orecchio teso al balcone per scorgere eventuali voci e rumori, decidemmo di vedere quel film.

Fummo ipnotizzate da quelle immagini, da quella storia.

Affascinate da quella favola, ci ritrovammo ad esultare, a gioire, ad incazzarci per Vivian e a piangere quando finalmente riuscì a “salvare il suo Principe”. Quel film Indimenticabile “Pretty Woman” ci permise di sognare… e quel passante che diceva:” Benvenuti a Hollywood, qual è il vostro sogno, questa è Hollywood tutti vengono qui. Alcuni sogni si avverano altri no, ma questa è Hollywood si deve sognare, perciò continuate a sognare”!, ha fatto in modo che non smettessimo mai di farlo.

Pretty woman final

” Sono arrivata qui c’è il sole”.

Questo il mio primo sms per comunicare che stavo bene. Il sole aveva reso tutto perfetto.  Mi ripagava in pieno per le 12 ore buie e fredde trascorse in aereo e per i mille controlli effettuati prima di arrivare davanti a quella bandiera ricca di speranza che mi dava il benvenuto.

La stanchezza non rientrava nei miei programmi.

Vedere, sentire, afferrare, tutto ciò che quella città poteva regalarmi.

Condividevo sorrisi con il mio compagno di viaggio l’Avvocato, eravamo come due ragazzini durante la visita nella fabbrica di cioccolato di Willy Wonka.

Bagagli alla mano e trovata una macchina che ci potesse accompagnare al nostro motel, attraversammo Los Angeles nell’orario di punta, mai tempo fu speso nel migliore dei modi.

Mentre l’Avvocato tentava in maniera molto divertente di intraprendere una conversazione in lingua spagnola con il nostro autista Alvaro, messicano di origine, io godevo di quelle nuove immagini che si ponevano davanti ai miei occhi.

Il sole sorrideva sul mio viso e creava giochi di colore su insegne di fast food, centri commerciali, cartelloni pubblicitari giganti di ogni genere, rendendoli brillanti, accattivanti.

Il cielo mi sembrava così immenso.

Hollywood la destinazione finale.

Il nostro un Motel senza lode e senza infamia ma a due passi dalla “Walk of fame”.

Ad attenderci alla reception un fantastico coreano per il ceck-in e lui, il mio amico “ Paparazzo” Gigi.

Un abbraccio fotografò quell’istante.

Le alpi avevano diviso per tanto tempo i nostri corpi, Hollywood li aveva fatti rincontrare in quel meraviglioso gesto di calore umano. Con il cuore pieno di gioia non vedevo l’ora di farmi travolgere, di sentire, vedere e toccare quella città.

Dopo aver sistemato i bagagli e rilassata con una calda doccia ero pronta.

L’Avvocato, travolto dalla mia follia e da quella energia che mi avrebbe permesso di restare sveglia per ore, era stravolto, ma io non volevo perdere un solo istante di quel sogno che stava realizzandosi minuto dopo minuto.

Fuori dal Motel tipicamente americano, dopo aver attraversato un semaforo, mi ritrovai a calcare le orme di personaggi che avevano fatto dell’arte il proprio mestiere, quei marciapiedi che avevo visto in molti film, dove Pretty Woman aveva il suo “ufficio”, ora erano realtà.

Il mio animo leggero.
I miei occhi ad ogni passo venivano assaliti da immagini. Le stelle della Walk Of Fame, personaggi dei film della Marvel in posa per qualche scatto, persone alla ricerca delle impronte del proprio artista preferito. Tutto in movimento, tutto in fermento.

Il mio cuore si bloccò alla vista della famosa statua, un Oscar gigante, tappetto rosso, miriade di gente che stava lavorando per L’Evento Mondiale. Ancora flash davanti al Dolby Theatre, il mio immenso respiro e l’emozione di poter attraversare quell’arco che avrebbe condotto all’interno della sala centinaia di meravigliosi artisti.

L’avvocato ed io non riuscimmo ad esimerci dallo scattare foto, immortalare quelli che sarebbero poi diventati meravigliosi ricordi era fondamentale.

Raggiungemmo poi Gigi che aveva lavorato fino a quel momento.

Ci presentò dei suoi colleghi uno in particolare Eugenio, anche lui napoletano, con il quale si instaurò subito un certo feeling, come solo i napoletani sanno fare. In un paio d’ore sembrava ci conoscessimo da sempre. Le distanze ampie, le migliaia e migliaia di km che mi separavano da casa erano nulle. Il dialetto napoletano predominava in quello spazio sulla lingua del posto.

Quel primo giorno trascorse così …il mio animo aveva inciso tutto, nulla mi era sfuggito…sapevo che era solo l’inizio. L’avvocato in aereo mi disse una frase, non so se fosse farina del suo sacco o dell’ennesimo film visto per ingannare il tempo, ma la trovai adatta:” La parte più bella di ogni cosa è il momento prima dell’inizio”.
Ed io mi sentivo come se stessi vivendo sempre in quel ” momento”.

Raf

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Dreaming

Il dolce silenzio del mattino, la potenza dei tenui raggi di luce sovrasta le tenebre, un piacevole brivido frizzante ti percorre la schiena.

Nell’aria il profumo del caffè si mescola a quello del pane appena infornato ed è ora di andare prima che la città si svegli.

Tutto è pronto.
Ho tutto ciò che mi serve: occhi per vedere, l’animo come tabula rasa su cui incidere, cuore aperto per sentire, penna per raccontare.

Il rombo del motore aumenta i battiti, con la velocità  l’adrenalina viene sparata nel sangue…basta solo un minuto. I tuoi piedi  lasciano la terra per un po’ di ore e ti piace immaginare, sognare di essere come il figlio di Giove, Mercurio e di librare nell’aria di esserne padrone.
Di giocare con le nuvole, di sorridere al sole e respirare…respirare.
Un tonfo ti ridona la gravità e immediatamente vivi nuove sensazioni. La curiosità di sapere di vedere di conoscere ti pervade.
Odori, profumi, spezie, no forse gelsomini forse geranei sulla tua pelle. Immagini entrano nei tuoi occhi e scorrono veloci come quelle di un film mandate avanti veloce.
E proprio come in uno di quei film ti ritrovi a vivere un sogno che hai tanto desiderato ed è  intoccabile per quanto impossibile.
Sei lontana dalla tua terra.
Sei ad Hollywood dove tutti i tuoi sogni possono diventare realtà.

È il momento di vivere  questa mia meravigliosa realtà.

Raf
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Il mio pensiero “Amore”

Poeti, cantanti, filosofi, scrittori lo hanno ricercato, lo hanno raccontato, artisti lo hanno scolpito, dipinto, sussurrato. Ma che cos’è questa strana potenza che cattura i nostri pensieri, la nostra anima…

“Ti vedo scritta su tutti i muri ogni canzone mi parla di te, e questa notte questa città mi sembra bellissima”.Cit. da “ Chissà se stai dormendo” Lorenzo Jovanotti
Chissà se stai dormendo

“Come vorrei poter parlare senza preoccuparmi, senza quella sensazione che non mi fa dire che mi piaci per davvero”. Cit. da  “ Oggi sono Io” Alex Britti
Oggi sono Io

“Ti odio e ti amo , come posso far ciò forse ti chiedi. Non lo so ma sento che così avviene e me ne tormento” Cit. Catullo

“It must have been love but it´s over now. it must have been good but I lost it somehow. it must have been love but it´s over now.” Cit.  da “ It must have been love” Roxette
It must have been love

” Abbi una felicità delirante..(…)l’amore è passione è ossessione, qualcuno senza cui non vivi( …) dimenticati il cervello ascolta il cuore”.
Discorso sull’Amore da Vi presento Joe Black

” Non so con chi adesso sei non so che cosa fai ma so di certo a cosa stai pensando è troppo grande la città per due che come noi non sperano però si stan cercando ”.    Cit.“ E Penso a te” Lucio Battisti
E Penso a Te

“Ti proteggerò dalle paure e dalle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai(… )ti solleverò dai tuoi sbalzi di umore….” Cit. da “La cura” Franco Battiato
La cura
Queste sono solo alcuni dei testi ricchi di parole d’amore  che hanno accompagnato la mia vita.
Ma noi, ci siamo mai chiesti che cos’è veramente l’amore, inteso tra due persone?

Spesso ci ritroviamo a piangere leggendo o ascoltando testi romantici, immedesimandoci in parole non nostre, annuendo e facendo nostro ogni concetto di quel testo. Sorrisi legati a note suonate in un momento particolare della nostra vita, poesie che ci rubano il respiro….

“Questa è proprio la mia storia.. si, sono io”.

Per gioco ho provato a chiedere ad i miei amici, cosa fosse per loro l’amore, avevo necessità di capire di sapere, di confrontare il mio pensiero con il loro.

Così ho iniziato una sorta di sondaggio con un’unica sola domanda scegliendo i miei amici, per età e sesso differenti.

Roberto alla domanda che cos’è l’amore mi ha risposto con occhi al cielo ed un sospiro.

Conseguenza? Il mio sorriso. Lui non poteva essere più chiaro, ha cercato le parole nell’aria ed ha trovato una canzone, legata a dei fumetti, che prontamente mi ha canticchiato mentre a me veniva in mente il jingle di Lorella Cuccarini per la cucina più amata dagli Italiani..  forse sono l’unica a ricordarlo.

Ovviamente il mio sondaggio non si fermava lì.

Chris: ” Mi viene da dire che l’amore è respirare aria pulita che ti far stare bene, che ti riempie i polmoni, la vita ecco.”

Claudia: “ rispetto reciproco, lealtà, andrebbe inserito in un concetto più vasto.”

Paola:” Gioia di vivere, entusiasmo, fiducia reciproca, per me è sinonimo di passione, spirito di sacrificio”.

Michy:” Rispetto, fedeltà, compromesso, pazienza, fiducia”.

Sabrina :” Libertà, fiducia”.

Ciro : ”che t’agg risponnr? L’ammor nun è sott e lenzuol ( cosa vuoi che ti risponda l’amore non è sotto le lenzuola) è condivisione, è comprensione, non è fisicità, non è perfezione, o meglio è perfetto nella sua imperfezione, è accussi’”.

È stato divertente leggere  l’imbarazzo nei loro occhi e scorgere timidezza nelle loro voci al telefono. Il comune denominatore è stata la fatica di trovare un vero significato a quella parola che tanto ci fa sospirare. Perché una parola troppo importante, perché comprende tutto, tutto ciò che avevano citato.

Allora ho provato a farmi la domanda: “ Raf ma per te che cos’è veramente l’amore?”

Ho rovistato alla ricerca di qualcosa di precedentemente sentito o provato, dietro alla valvola mitralica, qualcosa di nascosto, aggrappato  alle arterie coronarie ed era tutto lì, tutelato da occhi indiscreti, da cattivi pensieri. Pronti a tornare allo scoperto a tempo debito. L’accelerazione dei battiti del cuore sarebbe stato il loro segnale, per ritornare in superfice.

Emozione in un’istante, la sensazione di speranza, infinita pace in una carezza, il calore di un abbraccio sincero. La forza di creare e trasformare, luce sui giorni bui.

La forza di uno sguardo che ti trapassa l’anima così intensamente da toglierti il fiato, ma farti sentire viva. È un urgano che aumenta i tuoi sensi, li amplifica….

Acqua nel deserto.

E’ avventura, è condivisione di gioie di dolori. E’ camminare insieme non l’uno avanti all’altro, ma al fianco dell’altro. L’amore è attesa, è coraggio è pazienza.
E’ ridere insieme e non capirne il motivo.

E’ rubare del tempo a se stessi per donarlo all’altro.

L’amore è attenzione, è complicità in un unico sguardo, in un gesto.

L’Amore è quel salvagente che ti viene lanciato in mezzo al mare per non farti affogare.

E’ guardare un film sul divano, semplicemente per non fare nulla Insieme.

E’ una mano tesa per attraversare la strada, una pasticca di tachipirina durante la notte per la febbre alta.

L’amore  è il petalo di un fiore.

Lo sguardo luminoso e inebetito.

È sostegno , è supporto. Non è sofferenza.

È brivido.

E’ un respiro affannato nella notte in cui gli odori diventano segni inconfondibili della passione.

E’ semplice.

L’amore  è in 9 pagine scritte con un inchiostro intinto in un fiume di rabbia, ben nascosto da quelle parole ma presente in ogni singola lettera.

L’amore è un’ insieme di parole in circolo, di frasi fatte, stereotipate, all’apparenza banali ma vere, perché vissute, come queste.

L’amore è libertà. Ecco.

E per voi?

“Forse ciò che rende unico l’amore è questo suo inafferrabile morire e rivivere ad ogni istante.” Juan Baladán Gadea, dal libro “Di solitudine e amore”.
Raf
Don’t forget to smile

 

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