Visto per Voi – L’ultimo Recital

Marco Zadra è in scena al Teatro Sette dal 26 al 29 marzo con ” L’ultimo Recital”…

La luce è soffusa, la colonna sonora, quella dei grandi autori di un tempo, eseguita magistralmente dal grande maestro Fausto Zadra.

La scena si apre su una grande stanza, e si ha la sensazione di curiosare, entrando a casa di ” qualcuno”. La scenografia è composta da tanti oggetti, vestiti, cimeli, valige un sofà rosso al centro della scena e dei grembiuli tutti intorno.

Zadra  scandisce i tempi della sua storia proprio attraverso quei grembiuli di diversi colori, per le elementari, per le medie, attraverso la divisa per il collegio… in questo modo  l’artista porta lo spettatore nella sua vita, accompagnandolo per mano.

L’attore ripercorre il suo passato, racconta le sue origini, il tempo trascorso con i suoi nonni, i suoi genitori, i viaggi, i sacrifici, la guerra e le tante gioie vissute grazie alla sua famiglia, alla quale è infinitamente grato.

Racconta le emozioni attraverso immagini, fotografie, filmati e aneddoti, e la musica eseguita dal suo Papà e dalla sua Mamma ( li cita sempre in questo modo, mai “padre”, “madre” accertandosi di tenere lontane le distanze, per la persone che sono state così importanti nella sua vita) talvolta regalando una risata, talvolta regalando un’emozione così forte che una lacrima non fa fatica a palesarsi.

Il personaggio diventa persona. Marco si mostra, mette il suo cuore nelle mani del suo pubblico, per la prima volta in questo modo.

Per due ore su quel palco, ci si dimentica dell’attore di “Zadriskie Point” o “Ladri di Battute” o “Karma Letale” o del ” Il Mistero del calzino bucato” e il pubblico, vede Marco con tutta la sua forza e le sue fragilità, le sue paure, i sui sensi di colpa, il suo amore, l’uomo mostra la parte piu’ nascosta, quella che spesso si cela  dietro ad un “Quanti cazzi ser”, (battuta tratta da “Il Mistero del calzino bucato”)  chi segue Zadra da tempo come me, sa benissimo a cosa mi riferisco.

 

Questo Marco che si commuove in scena, parlando della sua mamma, o mentre abbraccia il vestito che ha indossato il suo papà durante il suo ultimo recital, che si dona senza più timore, è un Marco che ha fatto i conti con se stesso ed è finalmente libero e la sua anima più leggera…

 

Lo spettacolo termina con un applauso di circa dieci minuti ed una standing ovation… un pubblico emozionato, in piedi per ringraziare l’artista, l’attore, il regista, lo scrittore….ma soprattutto per ringraziare l’uomo che ha avuto il coraggio di donarsi,… Marco.

 

 

Raffaela Anastasio

The Sun’ s Smile

 

La Sommelier consiglia – Ara Mundi

Salve cari amici,

in questa Domenica delle Palme, ho pensato di proporvi un buon aglianico 100% della zona del Galluccio, (Caserta).

Questo vitigno nasce alle pendici del Vulcano spento di Roccamonfina ed il terreno ha una buona concentrazione di sali minerali.
La vendemmia avviene a fine ottobre.

Dopo la pigiatura, avviene la macerazione delle vinacce per 15 giorni in acciaio. Una volta terminata la fermentazione alcolica, si ha il passaggio in botti di rovere dove avviene la fermentazione malo lattica e prosegue la maturazione. Si affina poi in botti di rovere per 18 mesi.

Ha un colore rosso rubino dal profumo intenso dove emergono i sentori di frutti di bosco.
  L’Ara Mundi ha una gradazione alcolica intorno a 13,50%. Si abbina ai primi piatti di pasta e zuppe con sughi molto strutturati, brasati e arrosti di carne.

e allora Cheers!

Antonella

New York

“Welcome to New York Raf”.

Ci sono, finalmente anche io posso gridare come i miei antenati…” Americaaaa”. 

Sono in macchina, il mio amico americano, è proprio americano, cappelletto di lana, guanti senza dita, giubbotto smanicato, pantaloni larghi, con delle scarpe marroni, di quelle classiche, di quelle che noi in Italia spesso usiamo per un completo ad una cerimonia… Sono trascorsi due anni dall’ultima volta che l’ho visto e la sua barba è più lunga, ma trascurata, i suoi occhi sono stanchi…forse un po’ tristi…ma io sono troppo felice e gli dico:

Assomigli all’uomo del tonno”.. e rido. Ricordate l’uomo della pubblicità del tonno?… ecco quello.

Ma lui non capisce, come avrebbe potuto. Ci facciamo mille domande, sul lavoro, la vita in Italia, le rispettive famiglie, e ad un certo punto:

” Tra 3 km girare a destra”. Esplodo in una risata fragorosa. Il navigatore in italiano per fare pratica della lingua mi ha sorpresa.

Faccio immediatamente un selfie con l’americano, da inviare ai miei genitori ai quali non avevo detto nulla della mia partenza, e che sarebbero rimasti moooolto sorpresi.

Abbiamo mille cose da raccontarci, ma all’improvviso davanti a me uno scenario impressionante. La città si presenta piano piano, e lo fa nel migliore dei modi.

I miei occhi si perdono tra quelle luci, tra quei grattaceli immensi. Una sensazione meravigliosa, non riesco a non sorridere, non riesco a non pensare…cazzo è vero sono a New york.

Inizio ad agitarmi, lungo la strada non so dove guardare prima a sinistra poi a destra…. Cavolo ma quella è la struttura sul quale hanno girato  Man in Black 1 con Will Smith…no…sono praticamente in un film.

Brendan, questo è il nome del mio amico americano, mi chiede se voglio subito andare a casa o bere qualcosa in centro “In centro”, ovvio come avrei potuto rispondere diversamente. Parcheggiata l’auto, il mio cuore è impazzito, sento sul mio volto un sorriso ebete, i miei occhi sono pieni di immagini, non riescono ad accogliere tutto. Sono a Times Square.

Un posto incantato pieno di luci, di colori, cartelloni pubblicitari che ti invitano a comprare una Coca-cola , piuttosto che un completino intimo indossato dalle sorelle Kardashian. La gente chiacchera tranquilla seduta sulle scalette rosse nel centro della piazza. Inizio a fare foto, come se fossi impazzita, in effetti lo sono. Mi sento come una bambina a Natale, mentre scarta i regali. Questa città ha tanto da darmi lo sento, e sono pronta a ricevere tutto il possibile.

Brendan, mi dice di seguirlo. Entriamo nell’ atrio enorme di un Hotel, ci sono ascensori in ordine alfabetico e hanno la forma di capsule di vetro color argento. Brendan preme il tasto 16 e all’improvviso la capsula schizza in alto, attraverso i vetri vedo “allontanarsi la terra” e in un nano secondo siamo al sedicesimo piano. Il mio stomaco non è felice, ha vissuto la stessa sensazione di quando andiamo su ” Inferno” l’attrazione del parco giochi di Cinecittà World, eppure siamo solo in ascensore. Esco dalla capsula e necessito di qualche istante prima di poter camminare, sul serio sono scombussolata. Poi inizio a seguire Brendan che, non curante del mio disagio si dirige verso il bar chiedendo un tavolo per due. Il nostro tavolo è vicino alla vetrata, da cui si vede tutta Times Square. Sono senza fiato. Mi sento una Giapponese in vacanza, il mio Samsung 8  ha la memoria già piena di foto. Che meraviglia!

Ordiniamo la birra, ho difficoltà nella comprensione della lingua, parlano troppo veloce, ma lascio che Brendan traduca per me. Nell’attesa prendo il mio zaino e sistemo sul tavolo la mia cartina turistica di New York. Brendan mi guarda cercando di capire e gli dico : “I have only 7 days we need to plan”!  ” Ok” la sua risposta.

Iniziamo a fare segni sulla cartina e a definire in quale giorno avremmo fatto questo o quel giro, ogni tanto il mio sguardo va oltre quelle vetrate, ed i miei occhi restano fissi per qualche secondo su quella piazza dai mille colori.

E’ quasi mezzanotte nella grande mela, circa le 6 in Italia, la mia mente è talmente eccitata che non sente alcun jetlag, ma il mio amico americano è stanco, ha lavorato tutto il giorno, quindi gli dico che avremmo dovuto riposare per prepararci ad una lunga settimana. 

Brendan mi ospita nel NewJersey esattamente ad Hoboken, città in cui è nato il meraviglioso Frank Sinatra.

Il suo appartamento è molto carino, condiviso con due amiche. Mi accolgono all’ingresso, un cane Peggy e un gatto di cui non ricordo il nome. La sua stanza è molto piccola, ma organizzata bene. Indosso velocemente il mio pigiama  italiano e mi lancio sul letto. 

Nei miei occhi chiusi la felicità di vivere in un sogno.

 

Don’t Forget to smile

Raf

La sommelier consiglia – Medos

Ben ritrovati amici,
questa settimana vi consiglio una Malvasia nera di Lecce in purezza.

Medos, dal latino medus, dal greco medos: nativo o abitante di Media , una regione ben nota dell’Asia.
Medos ha un colore rosso rubino carico di profumi gradevoli, fini e intensamente fruttati.

Ha un gusto equilibrato, armonico e vellutato con ricordi di liquirizia dolce.
Si abbina ad un buon filetto di manzo, primi piatti importanti e formaggi stagionati.

A me piace anche per accompagnare il pesce: per esempio la spigola con pomodorini.

Cheers.

Antonella

Il viaggio

La schiena viene spinta sullo schienale, inevitabilmente nello stomaco succede qualcosa che è pari alla sensazione che provi andando sulle montagne russe al parco dei divertimenti, piano piano senti che la velocità aumenta e che il grosso bolide inizia a staccare le ruote dal suolo. Per tutto il tempo che l’areo prende quota sento di viaggiare in obliquo, ed è una sensazione divertente, ma poi l’aereo stabilisce la sua posizione e mi accompagna al raggiungimento del sogno.

Da quando viaggio ho sempre preferito il posto vicino al finestrino, anche se lo ritengo molto scomodo…soprattutto per la mia vescica, ma mi affascina sempre quello che vedo quando punto il mio sguardo al di là del vetro. Le domande, le constatazioni che accompagnano la prima parte del mio viaggio sono sempre le stesse.

“Che belle le nuvole… 

ma come cavolo fa sto coso a volare?

Che meraviglia la mente umana…. Uh guarda quella nuvola sembra un dinosauro, no forse un rinoceronte..

Chissà cosa succederebbe se mi lanciassi da questa altezza coprendomi il viso e usando il plaid e il cuscino come paracadute…cercherei di spingermi verso il mare, nuotando in aria…”

Ecco, queste sono piu’ o meno le cose alle quali penso, fino a quando la gentile hostess interrompe le mie superlative riflessioni, chiedendomi se gradisco qualcosa da bere.

“Acqua grazie”.

Non vedo l’ora di poter gridare: “Americaaaaaaa”,  come ho visto fare in più di un film, ma 8 ore e 15 minuti, devono trascorrere affinché possa lanciare il mio acuto con quella miriade di aaaaaaaaaaa, e sono solo trascorsi 55 minuti, circa.

Bisogna stare comodi, allora tolgo i miei bellissimi hugg rosa, infilo “il calzino da aereo”, in modo da lasciare il piede libero e in modo che lo possa appoggiare ovunque. Inizio a fare zapping per capire quale film posso vedere. Questo aereo ha ancora il telecomandino per variare le impostazioni, quindi dopo averci litigato un po’, scorro con il cursore:

Perfetti sconosciuti – visto

Tre manifesti a Ebbing Missouri – visto

Thor – Visto

I guardiani della galassia 2 – visto

ad un certo punto perdo le speranze, e penso ” wow ho visto tutti questi film? Ma ne ho visti io tanti o qui c’è poca offerta? “.

Mentre cerco di dare una risposta al dubbio amletico, continuo a scorrere il menu e la gentile hostess mi consegna un vassoietto, con due scodelline di plastica e chiedo :

“Mi perdoni già si cena?” La risposta è : “In realtà è un pranzo in ritardo.” e si allontana con un sorriso. 

Sono le 17.10 ora italiana.

Ovviamente non ho necessità di cibo in quel momento , ma la mia curiosità mi spinge ad aprire le scodelline di plastica per scoprirne il contenuto. Riso basmati bianco, con una sorta di verdurine bollite messe in un angolo, altra scodellina insalatina con sopra una metà di un uovo sodo, e un formaggino, pane e posate. L’odore di queste pietanze messe insieme non è accattivante, aggiungo che anche l’aspetto non lo è per cui …lascio il vassoietto sul tavolino, e continuo la ricerca del mio film.

Quando sono in viaggio non sono solita fare chiacchiere con chi mi siede di fianco, mi sembra di disturbare, ma questa volta il posto accanto al mio è occupato da una campana. Iniziamo a chiacchierare facendo commenti sul “pranzo in ritardo” appena consegnato. Noto subito che il suo accento mi è familiare. Beatrice, ha 24 anni papà salernitano e mamma americana. Ha vissuto fino ai 12 anni in Campania poi i suoi genitori si sono separati e lei ha seguito la madre negli Stati Uniti dove ha vissuto e studiato. Beatrice è stata un po’ con il papà, ed ora rientrava a New York per iniziare a cercare lavoro. Le racconto qualcosina di me e poi le consiglio di vedere assolutamente un paio di film. 

Appoggio la testa al finestrino e il mio sguardo inevitabilmente volge oltre quel vetro, e si perde nel blu di quel cielo che nasconde tanti segreti e tanta bellezza, provo a chiudere gli occhi per riposare (sono 13 ore che sono sveglia), ma nulla …l’adrenalina troppo alta.

Appunto qualche pensiero nel mio quaderno, prendo la guida della città per cecare di programmare i percorsi migliori, riafferro il telecomando e faccio iniezione di film: La battaglia dei sessi, Assassinio sull’Orient Express. Tra un film e l’altro arriva anche la cena composta da scodelline simili al “pranzo in ritardo”, trattengo il panino e i biscotti, lascio il resto.

Sono trascorse quasi 6 ore. Fuori c’ è ancora luce. L’altra parte del continente si sta svegliando mentre l’Italia è sotto la guida di Morfeo.

Le mie gambe reclamano un po’ di movimento. Lascio il mio posto e resto un po’ in piedi nel corridoio.

Osservo. Ascolto.

In questo aereo c’è una parte di mondo.

Se tendo l’orecchio ad ascoltare mi accorgo che lingue diverse, paesi, culture diverse viaggiano con me. Il mondo in viaggio. E’ bellissimo osservare chi dorme con la bocca aperta, la testa appoggiata al sedile, un po’ inclinata in un lato. La fidanzata praticamente accasciata sul fidanzato, che per non svegliarla non fa il minimo movimento. Il tizio in fondo con le cuffie che russa come se non ci fossero 500 persone con lui. Di un giovane riesco a vedere solo la punta del naso, tutto il resto del viso e del corpo sono coperti dal cappuccio della felpa e dalla copertina. In aereo la temperatura è sempre molto fredda. In prima fila una mamma che coccola la sua piccola, che dorme beata. Qualcuno si alza per stendere la schiena, qualcuno legge un libro.

Sorrido. Sorrido perché penso che viaggio con il mondo, che in 8 ore ho la possibilità di conoscere varie culture….diciamo…

Ci siamo quasi.

Mi rinfresco: lavo i denti, il viso, metto la crema idratante, lavo le ascelle ( per sicurezza), che confesso, attività non  facile nel bagno dell’aereo, deodorante e sono rinata e pronta a presentarmi alla Grande Mela.

Ritorno al mio posto.

Le hostess dopo aver cercato di vendere i vari profumi, con lo sconto del 20% per i possessori di “millemiglia”, consegnano quel meraviglioso modulino, che personalmente adoro,  quello della Dogana, in cui devi dichiarare se porti con te cibo, vino, ortaggi, droghe, ma la parte che mi diverte è quella in cui viene chiesto se soffri di disturbi pischici, se hai mai ucciso qualcuno, se sei un terrorista, se fai uso di sostanze stupefacenti. Mi chiedo se io facessi una di queste cose lo segnalerei nel modulino?….

Mah.

Il comandante annuncia che siamo pronti all’atterraggio.

Il mio sguardo è  fisso fuori dal finestrino. Quello che vedo mi emoziona ancora di più.

Una distesa di piccole lucine che mi entrano negli occhi, e mi lasciano senza fiato. Intanto le ruote hanno toccato il suolo, e sembra partire dal fondo, un piccolo applauso, che, per fortuna subito stroncato, il solito italiano…

Non sto più nella pelle.

Sono finalmente a New York.

Esco dall’aereo e seguo la folla che si dirige ai controlli di rito “Citizen” or ” Visa”, insomma cittadini, o persone provviste di visto per entrare negli Stati Uniti.

Finalmente è il mio turno. Mi accoglie un tipo mooolto carino, che mi parla talmente veloce che ovviamente non capisco nulla. ma seguo i suoi gesti… faccio il controllo delle impronte digitali e la scansione degli occhi. Poi mi chiede se ho vino, alimenti, e soldi…mi lascia andare con un sorriso e mi dirigo al ritiro bagagli…

Intanto riaccendo il telefono e mi arriva un messaggio:

Welcome.

Sorrido.

La mia valigia blu finalmente è sul rullo. La raccolgo e di corsa mi dirigo fuori, attraverso una folla di persone. 

Sono fuori e respiro profondamente l’aria della Grande mela, quell’aria che ho solo potuto immaginare per anni, guardando i film e sognando.

Ora sono proprio lì…

Una via vai di taxi e di persone, sembrano andare a 3000 all’ora, e poi arriva lui…il mio americano, con cappello, guanti. Mi abbraccia mi sorride e in un attimo siamo in macchina.

“Welcome to New York Raf”.

 

Raf 

Don’t forget to smile

 

 

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Thor – attori- cantanti – ballerini

Cantanti – Attori – Ballerini

Attenzione: tutte le comunicazioni ufficiali verranno pubblicate sulla pagina facebook ufficiale, si consiglia di seguirla www.facebook.com/thormusical

Modalità Casting

Cantanti – Attori
1° Fase
Scadenza 14 Aprile

1 Foto primo Piano  1 Foto corpo intero  1 brano audio (Meglio se video*)  1 min di audio recitato (Meglio se video*)  Curriculum formato word/pdf

2° Fase
Giugno 2018

Casting Live  Verranno convocati i candidati ritenuti idonei nella 1° Fase

3° Fase
Settembre 2018
Call Back  Verranno convocati i finalisti scelti per ruolo durante i casting Live di Giugno.
*Il video può essere effettuato anche con un semplice telefonino, l’importante che la voce sia chiara.

Ruoli Ricercati

Thor  Dio del tuono

Età 25-35 anni Bella presenza, fisico atletico ,Ottime doti di canto e recitazione 

Odino Re degli Dei

Età 40-50 anni Bella presenza Ottime doti di canto e recitazione 

Loki Dio dell’inganno

Età 25-35 anni Bella presenza Ottime doti di canto e recitazione

Idhunn Dea dell’eterna giovinezza

Età 18-20 anni Bella presenza, dolce e semplice. Ottime doti di canto e recitazione 

Sif Valchiria

Età 25-35 anni Bella presenza, fisico atletico ,Ottime doti di canto e recitazione 

Hel Regina dei regno dei morti

Età 25-35 anni Bella presenza, Ottime doti di canto e recitazione 

 

Ballerini / Ballerine

Doti acrobatiche sono considerate un valore aggiunto  
Età 18 – 30 anni Bella presenza Stile Modern, Contemporaneo, breakers 

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE

Tutti i candidati dovranno inviare la relativa candidatura alla 1° Fase collegandosi alla pagina www.thormusical.it/casting , seguendo le relative indicazioni.
I candidati ritenuti idonei saranno contattati successivamente a mezzo email e riceveranno relativa convocazione.
I candidati che non rispetteranno quanto richiesto non potranno partecipare al casting.
La partecipazione al casting presuppone l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”; eventuale revoca e richiesta di cancellazione può essere richiesta con specifica email inviata a casting@thorlive.it, i dati verranno trattati così come da art. 13 del D. Lgs 30 giugno 2003 n. 196.
I file potranno essere inviati entro e non oltre il giorno 14 Aprile 2018
I candidati ritenuti idonei saranno contattati successivamente a mezzo email e riceveranno relativa convocazione.
I candidati che non rispetteranno quanto richiesto non potranno partecipare al casting.

SECONDA FASE
Si svolgerà orientativamente nel mese di giugno a Roma e Napoli, verranno convocati a mezzo email tutti i candidati ritenuti idonei nella prima fase.

 

DISPONIBILITA’ LAVORATIVA
Da Febbraio 2019 a Dicembre 2019 Prove Gennaio 2019

Richiesta informazioni
Eventuali quesiti vanno inoltrati unicamente a mezzo email, all’indirizzo: casting@thormusical.it 

bando     www.musical.it

 

 

 

Raffaela Anastasio

The Sun’s Smile

 

 

 

 

Io sto con Papà

“Il bisogno di intessere relazioni affettive è un esigenza insita nella natura umana. L’uomo, infatti, non è fatto per vivere da solo, ma è un individuo che tra i vari bisogni essenziali ha quello dell’attaccamento che scaturisce dalla necessità di protezione e che permette agli individui di avere una maggiore sicurezza nell’esplorazione del mondo e nella costruzione del proprio bagaglio di esperienze.

L’interruzione dei legami affettivi tra genitori detenuti e figli, come statisticamente provato, può incrementare fenomeni di abbandono scolastico, devianza giovanile, disoccupazione, illegalità, disagio sociale e aumentare i casi di detenzione tra i figli di genitori detenuti.

Nasce per questo il progetto ” Io sto con papà” ’idea per promuovere e rafforzare in ogni modo il mantenimento della relazione figlio genitore durante la detenzione e sensibilizzare la società civile perché si faccia carico dei diritti umani, sanciti dalle convenzioni internazionali, in favore dei minori separati dai propri genitori detenuti, affinché il diritto alla genitorialità venga garantito, culturalmente assimilato e reso parte del sistema valoriale.

 

 L’evento si svolgerà domenica 11 marzo al Factory, Piazzale dello Stadio Olimpico 5, dalle ore 18, la manifestazione di musica e cabaret “Io sto con papà”.

Per l’occasione sul palco a presentare l’evento un trio d’eccezione: Andrea Delogu (Stracult, Rai2) e Arianna Ciampoli (Quelle brave ragazze, Rai1) con Fabrizio Pacifici.
Tra gli ospiti Magico Alivernini, Marco Passiglia, Enio Drovandi, Armando Tartaglini (cover di Zucchero), Leonardo Butera (cover dei Queen), Gianluca Giugliarelli, Marco Rossetti e il popolare rapper Tony Effe (Dark Polo Gang).

 

 

 

Raffaela Anastasio

The Sun’s Smile

 

La partenza

Tutto inizia quando Alitalia ti scrive… “Ricordati di fare il check in”.
Non so se vi capita, ma dopo aver letto questa mail, a me il cuore inizia a battere forte, la mente inizia a fare un sacco di giri, e un improvviso sorriso ebete mi appare sul viso…, non che lo veda…ma è un’azione meccanica…diciamo che lo sento.
L’emozione del viaggio….
L’attesa diventa essa stessa il piacere…ha detto qualcuno.

ll dramma si svolge dinnanzi alla valigia vuota.
“Ed ora come la riempio?” il dubbio amletico balena nella mente come uno starnuto all’improvviso.
Dopo aver visto le previsioni del tempo, chiesto ad amici e parenti, google cambia opinione ad ogni click, il quesito resta senza risposta fino all’ultimo giorno pima della partenza.

Da sempre ho l’abitudine, per paura di dimenticare le cose importanti, di preparare una lista delle cose necessarie e che poi depenno una volta raccolte sul divano. Il mio divano infatti, diventa un campo minato ..magliette, felpe, pantaloni, medicine, accessori vari, scarpe.. Il tutto organizzato per giorni..
Mi spiego meglio.

Per non impazzire e mettere cose a caso, preparo gli abbinamenti per il vestiario.. ad esempio.
Lunedi mattina – jeans maglietta bianca con felpa grigia. 
Lunedi sera – leggins con top.
Insomma giorno per giorno senza rischiare di aggiungere in valigia cose che magari poi non uso. Da quel momento in poi procedo con la doppia spunta:
Medicine prese ok.
ciabatte scarpe e l’occorrente per l’igiene personale…. ok.
sciarpa rosa giubbotto grigio… ok.
Come dicevo tutto sapientemente e doppiamente spuntato non appena riposto in valigia.
A questo punto ti domandi :” Ma quanto peserà?”
Il dubbio ti assale insieme al panico. Alitalia permette il carico da stiva fino a 23 kg.
La meravigliosa bilancia che interrogo tutte le mattina in merito al mio peso, riposta in bagno, che tutte le mattine mi prende per i fondelli, comunicandomi   che dovrei mettermi a dieta, ha deciso di non funzionare, batterie scariche…per cui non ho nessun tipo di riscontro.

Stimo a mano 16/17 kg, ma non posso rischiare.
Piano b – bagaglio a mano.

Alitalia oltre al tuo bagaglio personale, ti permette di portare un bagaglio a mano.
Borsa Adidas, quella che si usa per andare in palestra, ci infilo magliette pantaloni e intimo…perfetto è leggera rimane anche spazio per eventuali gadgets e non è troppo pesante per la mia schiena. Nella valigia il resto scarpe giacche e qualche felpa. È fatta!
Ultimo controllo di rito sembra ci sia tutto .

Consapevole che la metà delle cose che ho inserito non mi serviranno…ma “just in case”.

Sono le 23.15 del giorno prima della partenza. Di dormire non se ne parla. Cosa faccio? Pulisco casa.
Tutte le volte che devo partire mi piace pulire casa…si lo so è una cosa da matti, ma il pensiero di rientrare dal viaggio e trovare la casa  in disordine mi crea stress mentale …

ore 00.34

La casa è perfettamente pulita e in ordine, ma dormire…anche no.

Devo fare una cosa importante. 

Scrivo le mie ultime volontà, la mia bella letterina, scaramantica,

“Nel caso in cui non dovessi tornare da questo viaggio sappiate che sono felice ma per comodità sappiate chei codici del mio conto corrente sono qui….blablabla”, non che sia una miliardaria anzi, ma la burocrazia italiana è talmente pesante che anche per prendere due euro da un conto, devi fare una trafila pazzesca, e lo so bene lavorando in banca. Firmo la lettera metto la data. Invio un messaggio a Giovanni e a mia sorella indicando dove ho riposto la lettera… Mia sorella mi ha mandato a quel paese, Giovanni più diplomatico mi ha augurato buon viaggio…

Credo di aver fatto tutto, posso andare a dormire tranquilla…..ahahahah .

Certo come no, sveglia alle 5 con l’aereo in partenza alle 14.45…non ho chiuso occhio facendo il ripasso di tutto quello che avevo preso e pensando a cosa mi fossi dimenticata…

Mi doccio, mi depilo, passo la piastra ai capelli, alle 8.30 sono fuori casa.. con valigia borsa e zaino con il mio amico computer.
Alle 9.30 prendo il trenino che dalla stazione di Trastevere arriva a Fiumicino aeroporto.

Mi godo il primo piccolo viaggio in treno. Mi godo il paesaggio romano dal finestrino. Osservo le persone ferme sulla banchina ad aspettare il proprio treno. Donne con il tailleur pronte per andare in ufficio, uomini con tuta blu da lavoro, anziani signori che forse devono raggiungere i propri nipotini al parco.

Il treno è vuoto. Nel posto di fronte al mio un signore gigante, con altrettanti valige giganti, è italiano, del nord, l’accento è inconfondibile.

Trascorrono 25 minuti ed il treno effettua la sua ultima fermata: Fiumicino.

Sono in perfetto orario, cioè in anticipo, ma con calma e senza fretta seguo le indicazioni che mi conducono all’interno dell’aeroporto, Terminal 1, volo alitalia.

Dopo aver camminato su 7/8 tapis roulant, un paio di ascensori, e lunghi corridoi, arrivo alle postazioni alitalia.

Per sicurezza chiedo all’omino che sta fermo davanti all’ingresso:

” Mi perdoni è presto per effettuare il check- in?” e lui con sorriso falso come le borse di Chanel al mercatino di porta portese, mi dice :

“Lei viaggia in first class” ? ed io: “No, viaggio normale” lui mi sorride ancora e dice:

“Allora deve andare più avanti” ringrazio e vado via pensando che quel tizio ha avuto la capacità di farmi sentire una merda.. ma l’entusiasmo resta alto.

Dopo aver fatto la trafila per il check -in  ( la valigia solo 13 kg), aver superato tutti i controlli, e aver attraversato altri 26 corridoi, arrivo al gate 4 e attendo soltanto 3 ore prima che indichino l’imbarco del mio volo. 

Un sms, qualche telefonata, il mio libro, il tempo scorre lento. Mi diverto ad osservare il via. vai delle persone che corrono, bambini che dormono coccolati dall’abbraccio della propria madre, gruppi di giovani pronti per la loro prima gita scolastica, turisti che rientrano a casa dopo aver visitato Roma, una squadra maschile di basket. L’aeroporto è un micromondo, penso.

Intanto sui tabelloni girano numeri e nomi di destinazioni.

” Volo alitalia 6670 per New York aperto imbarco gate 14″, oh finalmente,  mi preparo e mi dirigo verso il gate indicato. Sono emozionata, non vedo l’ora, un altro sogno sta per realizzarsi.

” Prego, buon viaggio”, l’hostess mi fa accomodare nel tunnel che conduce all’aereo. I miei passi sembrano rimbombarmi nel cervello, o forse è solo il ” tubo” del tunnel che crea uno strano effetto sonoro ad ogni passo. Non mi importa sono felice.

Posto vicino al finestrino.

Cintura allacciata. Inizia il rullaggio.

Si parte.

 

Don’t forget to smile

Raf

Visto per Voi – Tre manifesti ad Ebbing Missouri

Tre manifesti ad Ebbing Missouri, è al cinema dall’11 Gennaio, diretto da Martin McDonagh, con Frances McDormand, Woody Harrelson e Sam Rockwell.

 

Ebbing, Missouri. Mildred Hayes (Frances McDormand) è una madre di famiglia che non si dà pace: sono trascorsi sette mesi da quando sua figlia Angela è stata violentata e uccisa, ma la Polizia locale non ha fatto ancora nessun passo avanti nelle indagini.
La donna, decisa a sollecitare le Forze dell’ordine, affitta così tre giganteschi cartelloni pubblicitari che si trovano alle porte della cittadina e vi pubblica, in bella vista, alcune domande provocatorie che l’aiuteranno a riprendere le ricerche, innescando però una spirale di violenza che mostrerà il peggio della comunità in cui vive.

 Un film il cui racconto è quello di un dolore immenso. La rabbia infinita di Mildred, la sua ossessiva sete di giustizia e di speranza, diventa punto nevralgico su cui il regista crea la linea emotiva del suo film.

I personaggi sono di provincia ed esprimono la loro semplicità continuamente nei loro discorsi e nei loro modi di parlare. La giustizia dalle loro parti è inesistente: dove non arrivano le forze dell’ordine, infatti, si imbraccia un fucile, si rimedia in maniera indipendente(proprio come fa la protagonista). Atteggiamenti razzisti, discriminatori vengono espressi da coloro che sono consapevoli di possederli e nascosti dalle parole nei discorsi di coloro che invece non lo sono. La forza dalle protagonista è in ogni sua parola , in ogni sua espressione. Gelida all’apparenza ma carica di passione e di dolore che si evince in ogni battuta sarcastica, o in un primo piano dove lo sguardo è perso nel vuoto. 

“Tre manifesti a Ebbing, Missouri” scorre fluido, lo spettatore è costantemente sorpreso dalla follia e la rabbia dei protagonisti( degno di menzione il dialogo con il prete, pazzesco). La forza degli attori è il film.

l film, distribuito da 20th Century Fox, ha trionfato nella notte dei Golden Globes, portando a casa 4 statuette: miglior film drammatico, migliore attrice, miglior attore non protagonista e migliore sceneggiatura, premio vinto anche alla 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri ha vinto anche il premio del pubblico al San Sebastián International Film Festival 2017 e al Toronto Film Festival 2017.

Sei le candidature alla 71esima edizione dei Bafta, i prestigiosi riconoscimenti assegnati dalla British Film and Television Academy, che verranno assegnati il 18 febbraio.

Gli Academy Awards celebrano Tre Manifesti a Ebbing, Missouri con 7 Nominations agli Oscar 2018. La pellicola  si è aggiudicata le candidature per le categorie: Miglior film, Miglior attrice protagonista a Frances McDormand, Migliori attori non protagonisti a Woody Harrelson e Sam Rockwell, Miglior sceneggiatura, Miglior montaggio e Miglior colonna sonora originale.

Tre Manifesti a Ebbing Missouri è al cinema.

Raffaela Anastasio

The Sun’s Smile