FRIZIONE – FRENI E FAP – UNA BANALE STORIA D’AMICIZIA 4

Savio è un rivenditore di pezzi di ricambio per auto e moto on – line, Antonio membro dell’Arma dei Carabinieri, io impiegata. Mentre Antonio ed io avevamo chiesto un permesso dal lavoro, Savio era sempre operativo. Il suo telefono iniziò a squillare dalle 8 del mattino. Un cliente aveva chiesto una frizione per una moto.  Savio iniziò a fare telefonate per cercare questa frizione che al momento in negozio non aveva… Da noi, in Campania spesso si dice ” Iniziò il cinema” per indicare qualcosa di quasi surreale. Non riuscivamo a mettere insieme un discorso che il telefono squillava “Uè Toto’ chre….e ja famm sape”, nulla la frizione non si trovava.

Mi meravigliai nel vederci cosi’ cresciuti, saggi, maturi. I nostri discorsi avevano un sapore di vita vissuta. Avevo lasciato i ragazzi della ” Miss” e avevo ritrovato degli uomini con la loro storia. Le problematiche dei quarantenni e non, sono sempre le stesse: per qualcuno la famiglia, per altri crearsela… e da questi elementi guida riuscimmo ad estrapolare dalle nostre anime cose, che forse non sapevamo di nascondere.. Ci mettemmo l’uno a disposizione dell’altra, senza remore, senza timori, senza alcuna difesa.

Il telefono squillò.

“Pronto, uè dimmi, ah nun c sta… fa na cosa chiedi a Gennaro fatt ricr o prezz e famm sape’, ok vabbuo’ grazie cia”( non c’è, fai una cosa chiedi a Gennaro, fatti dire il prezzo, poi fammi sapere, ok grazie)

Questa frizione era introvabile.

L’autostrada scorreva davanti a noi, e ad un certo punto Savio iniziò a ridere :“Anto ti ricordi quando Mimmo scivolo’, pigliaj na carut esagerat ca schiena n terr”, ( ti ricordi quando Mimmo scivolò cadde in maniera rovinosa con la schiena a terra).

Iniziai a ridere, ma non ero presente in quella data organizzata per lo show quindi chiesi a Savio di raccontarmi tutto, con l’aiuto di Antonio.

“Era uno di quei pomeriggi  in cui si stava in relax, prima di allestire la location per lo show serale, eravamo tutti a bordo piscina chiacchierando e cazzeggiando, come eravamo soliti fare, quando ad un certo punto vedemmo Mimmo avvicinarsi, con la sua camminata sgangherata da direttore/ boss dei lavori, quando improvvisamente cadde,  probabilmente a causa dell’acqua, scivolò sulla schiena, il tonfo fu forte, la risata inevitabile da parte di tutti,  che, stronzi, cominciammo a prenderlo in giro. Ma ad un certo punto un rivolo di sangue fece capolino dalla sua nuca, noi tutti, inizialmente, pensammo ad un graffietto, ma il flusso di sangue, dopo poco iniziò ad aumentare. Il volto di Mimmo da sorridente divenne pallidiccio, questo ci fece preoccupare, per cui lo soccorremmo, appurando che la caduta aveva causato un taglio. All’ ospedale diagnosticarono un bel taglio da 4/5 punti di sutura”.

 Iniziai a ridere senza sosta ed i miei amici con me, di questo aneddoto ne avevo sempre sentito parlare, ma non avevo mai avuto i dettagli come in quel momento.

In quell’ auto si respirava serenità, fino a quando un cartello autostradale indicò ” Bottanuco”. 

Un brivido gelido corse sulla mia schiena, e non fui l’unica ad avere una strana sensazione… in auto per qualche minuto …il silenzio, che fu interrotto da uno squillo : “Dimmi Genna’, no Toto’ nun a truvat nient, e ja famm sapè ti chiamm aropp”.(Dimmi Gennaro, non tot’ non l’ ha trovata, fammi sapere ti chiamo dopo)

Il sole era ormai alto, il cielo era terso. 

BENVENUTI A BOTTANUCO

Eravamo arrivati!

To be continued

The Sun’s Smile