Letto per Voi – LA GUERRA DEI SEI GIORNI DI MICHAEL B.OREN

Parto dalla fine:

Risoluzione 242: eredità e realtà

[…] Si prometteva pace al Medio Oriente e integrità territoriale e sicurezza a tutti gli Stati della regione senza fare riferimento a Israele o al suo riconoscimento. Fu trovato persino uno sponsor non americano per la risoluzione, la Gran Bretagna. A questo punto rimaneva un solo grande ostacolo: la misura del ritiro israeliano. Doveva essere un ritiro da “territori occupati nel recente conflitto” o dai “territori occupati nel recente conflitto”?
Infine, grazie all’instancabile impegno di Goldberg e Caradon, gli egiziani si persuasero che “territori” significava tutti i territori – nelle versioni francese e araba del testo figurava l’articolo determinativo – mente gli israeliani si accontentarono del fatto che la versione ufficiale inglese rimanesse vaga. Così, il 22 novembre (1967), il Consiglio di sicurezza adottò all’unanimità la risoluzione 242 “concernente i principi per una giusta e durevole pace in Medio Oriente”.

Inserendo una piccola nota, non priva di “bonaria ironia” (come nel testo), su Moshe Dayan:

[…] Come osservò un alto funzionario della Difesa, non senza bonaria ironia, parlando con un diplomatico americano: “Il generale Dayan chiuderà un occhio su ogni tentativo di interrompere il corso degli eventi”.

Ho trovato il libro, come documento storico, estremamente interessante. Me lo sono fatto prestare da una cara amica, poiché sono sempre stato affascinato dalla figura di Moshe Dayan. All’epoca dei fatti (nascevo un paio di anni dopo) ha rappresentato, nella mia adolescenza, l’archetipo del guerriero moderno. Per via della benda all’occhio, un “corsaro” dei tempi moderni, un uomo tutto d’un pezzo, privo di paura.
Leggendo il libro, ne viene fuori, prima di tutto una versione assolutamente più ampia e esaustiva di tutto il contesto e del periodo storico; inoltre altre figure importanti, emergono con la stessa potenza di Dayan e non meno significative per l’esito di quello che è stato definito un conflitto epocale.
Se si è interessati alla Storia contemporanea e a comprendere le basi dell’attuale situazione in Medio Oriente, è un libro che suggerisco assolutamente. Scritto molto bene, si fa leggere come un thriller di attualità. Inizialmente lento per via delle spiegazioni generali del contesto storico per poi accelerare in una maniera incredibile durante l’arco di tutto il conflitto. Tanto che verso la fine ho dovuto rallentare perché inevitabilmente stava terminando. Mi accade sempre così con un bel libro.

Cesare

 

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