Visto per Voi – Il Permesso – 48 ore fuori

Quattro detenuti del carcere di Civitavecchia, ottengono un permesso di 48 ore, tempo breve per chi fuori deve sistemare una vita di errori. Le 48 ore sono dense di avvenimenti e pericoli, durante le quali si consumano, vendette, si fanno bilanci, si cerca il riscatto, si cercano i sogni perduti, si insegue una speranza.

Il permesso – 48 ore fuori, film scritto con Giancarlo De Cataldo anche autore del soggetto, e Roberto Jannone, diretto ed interpretato da Claudio Amendola.

Le quattro vite dei personaggi sono diverse per età, estrazione sociale,  e per il loro passato.

Donato, Luca Argentero, un pugile sconfitto dalla vita, carattere oscuro e violento. Dedica le sue 48 ore alla ricerca della moglie, costretta a prostituirsi, da uomini che facevano parte del suo giro prima che lui finisse in galera, ma si troverà a doverla vendicare.

Claudio Amendola è Luigi, un uomo stanco, provato, che vorrebbe godersi il suo permesso di due giorni come un pensionato qualunque, ma si trova costretto a tirare fuori dai guai il figlio ventenne (Simone Liberati).

Valentina Bellè è Rossana, ragazza dell’alta borghesia finita in prigione dopo essere stata trovata in possesso di dieci chili di cocaina, viziata, fragile e ribelle, ha un rapporto conflittuale con la madre. Con la sua storia si intreccia quella di Angelo,

Giacomo Ferrara, giovane arrestato dopo una rapina ad un benzinaio. In prigione si sta specializzando in “giardinaggio” e, scontata la pena, vorrebbe aprire una cooperativa, con i suoi amici, i quali invece gli propongono una nuova rapina. L’incontro fra Rossana e Angelo, sarà risolutivo per entrambi.

Claudio Amendola per la seconda volta dietro la macchina da presa, racconta le vite dei quattro personaggi che seppur molto diverse tra loro, sono unite da un unico filo conduttore: L’amore.

Bellè e Ferrara, ci regalano la freschezza della loro giovane età, e la consapevolezza di poter ancora amare, anche se la loro estrazione sociale è differente.

Amendola è sempre una sicurezza sullo schermo, la sua professionalità è quella che siamo abituati a vedere da sempre ed è quella che apprezziamo e ci aspettiamo. Luca Argentero in questo film non ha molte battute, ma ciò che parla di lui e della sua storia è il suo corpo pieno di cicatrici,  i suoi muscoli tesi, il suo sguardo, triste, malinconico. In questo ruolo Argentero è una sorprendente scoperta, si allontana totalmente dall’ Argentero che siamo abituati a vedere, sorridente, pulito, e porta sullo schermo un uomo incazzato ed innamorato della propria donna con la quale ha vissuto l’unico momento di felicità.

Un film fatto con passione, con dedizione, con lealtà. Un film per il quale ci piace andare al cinema.

Il Permesso   – 48 ore fuori dal 30 Marzo al cinema.

The Sun’s Smile

Raffaela Anastasio

 

 

SPRING DREAMS – THE END

Facendo capolino da un albero, un uomo forse quarantenne, scuro, occhi meravigliosamente luminosi, mi fa cenno di seguirlo.

Senza esitare lo seguo. Mi sono detta “Raffa tu sei matta, ma ti pare normale che un tizio qualsiasi, in un posto qualsiasi, in mezzo al niente ti fa un cenno e tu gli vai dietro? Ti rendi conto che non va bene?”.

Ma in fondo cosa c’era di normale?

Mentre l’uomo mi guida chissà dove, lo studio attentamente.

E’ alto, ha delle spalle vigorose, indossa dei pantaloni scuri, una camicia bianca che gli copre i fianchi, non indossa scarpe. Mi soffermo sulle sue mani, affusolate, come di un pianista. Sono curiosa di vedere il suo volto ma non si volta.

Camminiamo a lungo.

Quel posto sembrava il paradiso.

Magari sono morta con infarto sul divano di Anto ed ora questo tizio mi condurrà da qualche parte per espiare i miei peccati, potrebbe un tizio tipo Caronte o essere un angelo”.

Nel mentre un ramo mi si conficca nel piede, un urlo di dolore inevitabile.

Quel grido di dolore distrae l’uomo che si ferma senza voltarsi per qualche secondo,  poi corre verso di me.

Il suo sguardo accigliato, è bellissimo, ma sono spaventata.

Si avvicina, mi indica con dei cenni di togliere le mani dal piede, non emette un fiato. Scruta con occhio attento la pianta del mio piede, estrae la scheggia e poi porta il piede alla bocca aspirando con le labbra e poi voltandosi sputa le schegge più piccole.

Il mio viso in fiamme, ma non mi oppongo a nulla, non ne ho la forza. Riesco solo a stare immobile e ad osservare i gesti di quell’uomo sconosciuto, che con un sorriso, che mi arriva nello stomaco, mi fa cenno di proseguire tendendomi la mano.

Inebetita, il mio cuore a mille.

“Allora sono morta, forse questo è il mio paradiso e lui è il mio premio per aver saputo attendere”..

Penso a tante stupidaggini che inevitabilmente, nasce un sorriso.

L’uomo continua a tenermi la mano. Ora sembra di conoscerlo da sempre.

Lì intorno la vegetazione è straordinaria, gli alberi sono così imponenti, la natura dimostra in pieno la sua maestosità. Tutto questo è appagante. Un percorso fatto da una piccola stradina in salita conduce ad un altare fatto di legno.

“Che cos’ è questo posto?”, ma nessuna risposta solo uno sguardo come se io potessi leggergli nel pensiero.

“Ma chi sei? Continuo a domandargli. Non mi ha mai più lasciato la mano, e la stretta è forte, sicura. Mi sento protetta.

Mi sento una stupida. Sono presa inevitabilmente, irreparabilmente da questo sconosciuto.

Tutto così assurdo. Ma mi piace.

Non so per quanto tempo ancora camminiamo, senza mai dirci una parola…

Usciamo dal bosco per ritrovarci in una cittadina, antica, non ho la più pallida idea di dove sia collocato questo posto. Attraversiamo una lunga strada fatta di mattoncini, imbocchiamo stradine, saliamo e scendiamo gradini.

Questo posto è adorabile, ma ho sete e sono stanca. Poi arriviamo in una piazza con una chiesa.

Tutto questo non ha senso, ma mi sento a casa.

L’uomo si volta verso di me, i suoi occhi sembrano vedere oltre, e questo mi imbarazza, poi con un gesto della mano mi mostra dove guardare.

E i miei occhi vedono l’infinito.

Mi soffermo per qualche istante, l’uomo allenta la presa della mia mano, ma non lo lascio andare, stringo più forte e lui desiste.

Gli dico: “Grazie”. Lui mi risponde con uno dei suoi sorrisi diretti allo stomaco.

Il mio viso si ritrova tra le sue mani. Con una carezza sposta i miei capelli dal viso.

Il mio cuore sta per uscire dal petto. E’ assurdo lo so, ma meraviglioso. Sento anche il suo cuore attraverso le sue mani sulle mie guancia.

Una voce in lontananza…. “Raffa, il bagno è libero”!

Non capisco.

“Raffa dai altrimenti facciamo tardi per la cena”!

Il mio principe si dissolve nel sole, il suo sorriso è l’ultimo ad andare via..

“Allora ci sei?”

Apro gli occhi e Anto è lì, ad attendere il mio risveglio.

“Ohi ma che hai nei capelli? Sei stata in giardino?

Metto la mano nei capelli e ritrovo qualche ciuffo di erba, allora il mio sguardo va sui piedi, non indosso le scarpe.

Anto mi guarda incuriosita: “Sembra che hai visto un fantasma?”

No, solo lui”.

“Eh?”

“Nulla”!

Iniziamo a ridere come sempre e mi distrae la mia valigia aperta…..il vestito di cenerentola è lì.

Raf

Don’t forget to smile

 

 

Visto per Voi – La mia famiglia a Soqquadro

 

La pellicola racconta la storia di Martino (Gabriele Caprio) che arrivato alle scuole medie private  si sente non accettato e  un pesce fuor d’acqua. Il motivo? Presto detto!

I suoi compagni di scuola hanno tutti i genitori separati, questo permette loro di ricevere regali, attenzioni e fare dei bei viaggi.

La famiglia di Martino invece è una famiglia “comune” composta dalla madre Anna (Bianca Nappi) insegnante al conservatorio, papà Carlo (Marco Cocci) consulente finanziario in banca.

Martino dunque, per essere accettato nella nuova scuola e  “godere” dei benefit della separazione cerca in tutti i modi di dividere i suoi genitori.

A contribuire, involontariamente, alla riuscita del suo piano è Paola, (Elisabetta Pellini) una vecchia amica di scuola di papà Carlo, un tempo invaghita dell’uomo. Paola è una donna ricca ma con un passato tormentato e nasconde dietro le sue crisi di pianto improvvise, un grande dolore di madre.

In un susseguirsi di equivoci, e rocambolesche situazioni la commedia volge alla scoperta del finale lieto.

Una commedia indipendente, secondo lungometraggio di Max Nardari.

La pellicola sfiora importanti ed attuali temi, dalla diversità al bullismo, all’accettazione, alle problematiche di due genitori che si separano e le conseguenze che ne derivano. I toni sono delicati e mai volgari.

Max Nardari mette tutto il suo impegno in questo lavoro, anche partecipando come attore, con un piccolo ruolo.

Una commedia volitiva delicata ed onesta, al cinema dal 30 Marzo.

The sun’s smile

Raffaela Anastasio

 

Anteprima ” La mia famiglia a Soqquadro”

Antonio Flamini e il gruppo No +1

 

 

 

Visto per Voi – Non è un paese per giovani

Al cinema dal 23 marzo “Non è un paese per giovani” è il nuovo film di Giovanni Veronesi ( regista di Manuale D’amore, Italians), si è ispirato al programma radiofonico che conduce su Radio Due.

Due giovani lavorano come camerieri decidono di partire per inseguire i loro sogni, destinazione Cuba, terra di cui non conoscono né la storia, né la rivoluzione, terra invece, in cui storia e rivoluzione sono presenti nell’aria.

Nel film, Sandro (Scicchitano) ha poco più di 20 anni, è gentile e insicuro e sogna di diventare uno scrittore.

Luciano (Anzaldo) è coraggioso e brillante, ma con uno strano lato oscuro. Sandro segue Luciano in un’avventura a Cuba, dove supportati dalla strampalata Nora ( bravissima Sara Seraiocco).

Provano ad aprire un ristorante sulla spiaggia che possa offrire ai propri clienti il wi.fi, ma Luciano viene sedotto da violenti incontri di boxe clandestini. La storia si evolverà entrando nella vita dei tre ragazzi. Nel film anche Sergio Rubini e Nino Frassica.

Un film che rivela la perdita di speranza di giovani di poter essere felici nel proprio paese, accanto ai propri affetti nella propria terra, e la dura ammissione che altrove si sta meglio, nonostante le difficoltà e le rinunce.

Le immagini, la fotografia sono accompagnate dalla colonna sonora di Giuliano Sangiorgi, con il quale Veronse aveva già collaborato.

Un film di denuncia con qualche cliché e di avventura insieme. Agli italiani che sono costretti ad andare all’ estero, non importa il luogo “basta un posto qualunque dove potersi sentire a casa”.

The Sun’s smile

Raffaela Anastasio

 

 

Visto per Voi – Il Tempo resterà

Programmato in sala il 21, il 22 ed il 23 marzo come evento speciale, il docu-film “Il Tempo resterà“.

A due anni di distanza dalla tragica scomparsa, Giorgio Verdelli porta in sala la musica i pensieri e la straordinaria melodia dell’artista partenopeo, Pino Daniele.

Un viaggio attraverso le parole, i ricordi, delle persone a lui vicine, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, James Senese, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, ancora Arbore, Ranieri, Bollani, Jovanotti…, in un montaggio non lineare, intervallato dalla voce di Claudio Amendola.

Un excursus di aneddoti, duetti e colonne sonore ( meraviglioso il video privato in cui Daniele e Troisi danno vita a Quando, colonna sonora di Pensavo fosse amore…invece era un calesse) che indicano come Pino abbia rivoluzionato i canoni tradizionali della canzone partenopea. Il suo Blues ha reso la lingua partenopea ” Universale”.

Gli odori, i sapori, il colori ed il calore di Napoli, nella sua musica che il tempo non cancellerà.

Ho seguito il film con l’emozione di una ragazzina al suo primo concerto. La mia Napoli nelle sue note, nella sua voce…una musica senza frontiere, ed il tempo non cancellerà il suo ricordo.

” Siamo noi che dobbiamo entrare nel tempo, noi poi ce ne andremo ma il Tempo Resterà”… Pino Daniele

Lui resterà!

The Sun’s smile

Raffaela Anastasio