Social NO + 1

Tutto molto semplice…
In un passato remoto, quando credevo che fosse impossibile fare nuove amicizie, la tecnologia mi dava supporto. Facebook mi diceva ogni giorno che Tizio ed io eravamo amici “Scrivi qualcosa sulla bacheca di Tizio” e che Caio mi stava seguendo.Twitter mi consigliava una nuova persona da seguire. Instagram  mi avvisava che qualcuno aveva messo un cuoricino al mio egocentrico primo piano.
I social mi  hanno tenuto compagnia, per un po’, ma avevo bisogno di confronti diversi. Non potevo farmi bastare messaggi di saluto senza poter guardare negli occhi una persona, senza sentirne la voce, insomma era davvero deprimente. Un giorno durante l’ora di pranzo, comunicai alle mie colleghe quanto fosse difficile oggi fare nuove amicizie, tutto era cambiato da quando, in un bar, un tipo qualsiasi si avvicinava e con garbo mi offriva da bere, iniziando una normale conversazione, una conoscenza.
E’ diventato praticamente impossibile, nessuno si guarda più, tutti presi dai loro telefoni”
” Scarica Tinder”! disse la mia collega.
(Tinder è un’applicazione che ti permette di interagire con un ‘altra che ti piace tramite un match.)
“Come si dice , fatto 30 facciamo 31, visto che il mondo va in questa direzione mi adeguerò.”
Detto, fatto, in un attimo avevo scaricato un nuovo social. Il meccanismo era semplice.
Tanti profili e foto da scorrere sulle quali potevo cliccare un cuore, per le foto che mi piacevano, oppure una X per quelle che invece non avevano attirato la mia attenzione. Il gioco però non era finito li’, non potevo comunicare con nessuna delle persone cliccate se loro non avessero fatto lo stesso con le mie foto, ed ecco il “Match”.
Il riscontro era abbastanza buono.
Iniziai a chiacchierare con un po’ di persone, tramite chat ovviamente, fino ad organizzare il primo incontro.
Non sapevo cosa aspettarmi, per cui dettai io le regole:” Ci vediamo al pub vicino al mio ufficio”, così se mi fossi accorta di aver a che fare con un maniaco o un personaggio strano, ero in zona protetta.
Vidi il mio “Tinder” da lontano, ovviamente diverso dalle foto:” Che mi importa, anche io non sono uguale alle foto, sarà una persona interessante”, pensai.
Giovane avvocato depresso. Un bradipo nell’esporre argomentazioni. Aveva già avuto appuntamento tramite questa chat, ma aveva trovato una ragazzina che gli aveva richiesto 5 euro di ricarica, questa cosa, dopo aver focalizzato il tipo, non so perché non mi aveva sorpreso. Non mi fece nessuna domanda. Parlava, parlava, parlava.
Cercai di essere carina e di ascoltarlo, ma la sua vita vissuta nel pessimismo cosmico era troppo diversa e distante dalla mia, dovevo andarmene assolutamente. Mi alzai, ringraziai e senza voltarmi indietro arrivai al motorino dove finalmente scrollai via la negatività di quel tizio. Non volevo abbattermi. Almeno avevo avuto l’occasione di guardare negli occhi una persona…già…
Da quel giorno incontrai altre persone, alcune totalmente vuote, altre logorroiche, alcune carine ma dopo avermi cercata spesso, sparivano. Non mi sono mai soffermata su cosa avessi fatto per farli sparire, ma su cosa NON avessi fatto e la risposta facilmente intuibile.
La ciliegina sulla torta arrivò con un fantastico irlandese, bel tipo, sveglio, con il quale avevo avuto modo di conversare al telefono, mettendo in pratica così il mio fantastico inglese. Pensai che finalmente avevo trovato una persona interessante. Ben presto però le mie convinzioni sfumarono davanti ad una foto a petto nudo ed in mutande di lana, boxer bianchi tendenti al giallastro a mezza gamba con bottoncini, il membro ben in evidenza, seguiva invito nell’albergo in cui alloggiava.
Stop, io ho provato a seguire la corrente ma in questo modo non può proprio funzionare.”
Mi rimisi in sesto dando una festa a casa mia con un po’ di vecchi amici, invitai anche una mia vecchia conoscenza Sergio Fabi, giornalista cinematografico e mio caro amico. Quella sera ci divertimmo tantissimo. Musica, cibo e gente giusta.
Qualche tempo dopo, proprio Sergio organizzò un gruppo whats app con le persone scelte direttamente da lui. Ebbi l’onore di essere inserita, in qualità di “vice direttrice”.
Ho riscoperto il piacere di usare un social. Persone che non si conoscono parlano di tutto, da argomenti delicati a quelli più frivoli e divertenti, senza cadere negli eccessi che storpiano ogni cosa.
La chat dopo qualche tempo si è evoluta.
Sergio probabilmente divertito dalla serata piacevole trascorsa a casa mia, mi spiega che sarebbe stato carino organizzare delle feste con gli amici della chat: “idea meravigliosa” gli dissi.
La macchina Fabi si mette in moto selezionando persone del gruppo e da’ vita ai Party No+ 1.

Party ai quali possono partecipare solo gli effettivi invitati senza accompagnatore, amica o altro. Iniziativa che mi ha permesso di superare un po’ di timidezza e conoscere tantissime persone, senza il fardello di un accompagnatore/trice che al momento meno opportuno decide di voler abbandonare la festa o con la quale sei costretta a parlare tutta la sera senza riuscire ad inserirti nel mood del Party.

Ormai è una macchina ben oleata. Tutte le feste sono a tema con sorteggio di gadgets curiosi in ricordo della serata, giochi e tanto divertimento.

Ho la possibilità di confrontarmi con persone sane che non mi giudicano solo dalla foto di un profilo, posso sorridere con loro. Finalmente posso guardare le persone negli occhi, nessuna di loro ha la testa china su di un cellulare a controllare le notifiche.

Ho riscoperto quel piacere… il piacere di condividere, di sperimentare, di giocare, senza nessuna maschera, senza nessun social dietro il quale nascondermi. Queste feste sono un toccasana in un’epoca in cui tutto è virtuale.
Dove le persone non sono più tali ma semplici profili o status. Si può interagire, senza dover usare i tasti di una fredda tastiera di un computer o quella di un cellulare super intelligente. Si puo’ essere in contatto senza essere on-line, si può emozionarsi senza usare delle emoticon che lo fanno per te. Adoro i social sono il futuro, ma preferisco il contatto reale.
Siamo al Party No + 1 numero 14, ormai sono diventati un “Must”, lo dicono anche Laura e Silvia Squizzato nel loro Blog ” Doppia vita”, ed io ne faccio felicemente parte.
Raf
Dont’ forget to smile