Carluccio

Sabato mattina, il mio corpo non risponde ai miei comandi, le lenzuola mi tengono prigioniera da un capo all’altro, sono costretta (come se mi dispiacesse), a rimanere a letto.
Lo sguardo a contare le stelle fluo del soffitto, poi il lieve movimento delle tende, che spinte da una leggera brezza, danzano avanti e indietro con intervalli non stabiliti. La luce fioca del sole, a fatica, si inserisce nelle fessure delle serrande, poi nei ricami delle tende proiettandosi direttamente sugli ampi spazi bianchi degli armadi, disegnando piccole forme astratte che si inseguono tra loro.
Mi piace a volte provare ad immaginare che quelle piccole forme astratte siano amiche e che si stiano organizzando per partire insieme, per una nuova avventura, lungo quella bianca e immacolata strada; percorso arduo fatto di maniglie e materiali scivolosi, ma giungere all’obiettivo ripagherà sempre dalle fatiche e ….
poi, una voce che dalla strada raggiunge il mio orecchio, distogliendomi dalle mie fantasie, ecco “L’Arrotino” simpatica storica figura romana tutto fare, che annuncia il suo arrivo ed i suoi servigi con un megafono.
Non so perché ma poi, pensando “all’arrotino”, un’immagine archiviata da tempo, ritorna nella mia mente, mi fa sorridere, mi riporta a quella che è stata una figura storica stabiese.
Una figura esile, andatura claudicante, due ceste una per ogni braccio, un cappello di paglia ricoperto di foglie… era il vecchietto più simpatico del mondo “Carllucciell ‘de ricuttell” (Carlo delle ricottine).

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Carlo Donnarumma, in arte “Carlucciell”, un anziano gentiluomo di campagna, carattere forte, temprato dal lavoro e dai sacrifici, furbetto ma non cattivo, affabile e sempre disponibile a regalare delle perle di saggezza di quelli che furono i “suoi tempi”. Sagace, arguto aveva sempre la battuta pronta e mai volgare.
Operativo  tutte le mattine all’alba, preparava meticolosamente i suoi formaggi freschi, tra cui le buonissime ricottine.
Ricordo che era impossibile non accorgersi della sua presenza.
Poggiato sul capo, un cappello di paglia ricoperto da grandi foglie di alloro, dalle quali penzoloni sbucavano piccolissimi cestini di paglia.
Giacca e maglione in inverno, camicia più leggera in estate, pantaloni larghi e scarpe che sembravano essere di qualche misura più grande.
Due grandi ceste di paglia, una per braccio, dalle quali fuoriuscivano lembi di foglie di fico.
Le ceste contenevano i suoi formaggi e le ricottine che erano adagiate sulle foglie di fico.
Girava in lungo e in largo la città, era instancabile, a vederlo sembrava primavera tutto l’anno.
Se qualche volta lo stupido ragazzetto di turno gli gridava:” Carlucciell tien e corn!”, (Carluccio hai le corna) lui prontamente rispondeva:” Buon teng coc cos e chiu” (bene ho qualche cosa in piu’).
” Signori’ la volete la ricottina?, fatevi la merenna con la ricottina nel panino”…
Mitico Carluccio.

Allungo la mano per recuperare il cellulare posto sul comodino, richiamata automatica e:“Ohi Papi buongiorno, ma ti ricordi di Carluccio delle ricottine?”

Uh certo, diceva sempre: “Signori’ la volete la ricottina?”. Quando ero piccolo lui annunciava il suo arrivo e tutti noi ragazzini andavamo a comprare con 5 lire la ricottina. Con tanta cura la prendeva dalla cesta avvolta nella foglia di fico, (che profumo che emanava), la porgeva nelle nostre mani, sorrideva e ringraziava.
Altre signore invece, chiamavano Carluccio dal balcone, calavano il paniere con all’interno le monete e Carluccio riponeva  i formaggi richiesti e salutava:” Bona jurnata Signo'”.
 ” Raf come mai, mi hai chiesto di Carlucciell?”
” A C.mare non l’ho più visto in giro e ci stavo pensando.Che bellino che era, ok babbuccio ci aggiorniamo più tardi”.
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La tecnologia mi permette di rimanere ancora a letto e curiosare e cercare notizie più approfondite in merito a Carluccio, qualora ce ne fossero state.
Con mio stupore, noto che ci sono vari link dedicati a ” Carlucciell de’ ricuttell”;
“StabiaChannel – Libero ricercatore.it – un video su youtube, a lui dedicata anche una pagina di Facebook – Gli Amici di Carluccio de’ ricuttell.
Inizio  a documentarmi su quella figura che tanto mi ha incuriosito.
Cascate di belle parole e aneddoti raccontati, da chi aveva vissuto tutta la vita apprezzando la cortesia di quell’umile uomo, immortalate nell’etere Il profumo ed il sapore delle sue ricottine, indelebile nei ricordi di chi le aveva comprate e mangiate. L’estrosità di Carluccio, il suo cappello, erano ancora negli occhi di molti stabiesi.
Primo attore protagonista su di un palco quotidiano in una città che al tempo, aveva l’animo pulito.
Continuo a leggere:” 11 agosto  anno 2000 Carlo Donnarumma Muore!”
Porca miseria 16 anni ed io non ne sapevo nulla!
” Carluccio aveva 97 anni, dei teppisti lo avevano deriso e aggredito facendolo cadere, procurandogli la rottura del femore. Dopo due mesi in ospedale  Carluccio è morto,
un pezzo di storia di Castellammare è muore con lui.”

I miei occhi di nuovo al soffitto, un sospiro ed un pensiero; possibile che l’ignoranza della gente arrivi a tanto? Che il rispetto sia cosi’ lontano dalla mentalità di molte persone? Possibile che una persona che ha sempre vissuto la sua vita con tanti sacrifici e onestamente, debba subire la rabbia e la prepotenza di alcuni personaggi che non conoscono la gioia nel loro cuore?
Nessuna giusta risposta alle mie domande.
Lancio il telefono dall’altra parte del letto, occhi sulle forme astratte che giocano sul mio armadio….  immagino …

Raf
Don’t forget to smile

Semplicemente Carluccio