27 – 2.2

Giungemmo lì dove la Route 66 terminava: Santa Monica.

Fu così chiamata dagli spagnoli che visitarono l’area in cui sorge la città nel giorno dedicato a Santa Monica.
Era diversa dal mattino, quando l’avevamo visitata. Ora aveva un fascino particolare.
La luce del sole donava un particolare scintillio alle piccole onde del mare che si infrangevano sulla battigia, come se all’interno di esse ci fossero dei piccoli diamantini, dei piccoli punti luce, che venivano poi lasciati sulla sabbia e ad intermittenza brillavano.
Migliaia di persone correvano per raggiungere il punto migliore in cui poter assistere a quel miracolo quotidiano che la natura regalava.
Noi facemmo lo stesso.
Ed era lì maestoso, fiero, il sole giunto alla fine della sua giornata di lavoro. Il suoi colori brillanti, incandescenti, rapivano il cuore.

Istanti brevi, ma così intensi. Ebbi la sensazione che quel pezzo di mondo si fosse fermato.
Solo il mio respiro scandì quel tempo, fintanto che il sole non baciò il mare e scomparve.

Poi come uscita da un’ipnosi, le uniche parole a cui riuscì a dare forma furono:
“Che meraviglia”!
I commenti con la mia crew furono interminabili… uno spettacolo fantastico.
Altrettanto piacevole fu visitare e fotografare quel molo, il Santa Monica Pier.
Il cinema, la tv mi avevano inondato il cervello di quelle immagini, ed ora ero lì, i miei occhi non avevano filtri.

Ero così emozionata, che dissi all’Avvocato:
“Fra mi sto commuovendo”, lui .” Perché?”, alzai le spalle e per me la risposta fu così semplice:” Perché ho la possibilità di essere qui in questo momento, in questo preciso istante della mia vita”.
Era ancora il giorno del mio compleanno.
I miei sensi erano super attivi per cogliere suoni, voci, le persone, il mare, i profumi, il vento, i colori.

Artisti si esibivano con gioia davanti ad un piccolo gruppo di persone, attente e sorridenti.
I bambini correvano da un gioco ad un altro, di tanto in tanto chiedendo un pacchetto di popcorn facendo sentire la loro voce.
Noi eravamo immersi in tutto questo, non potevamo non immortalare la nostra felicità.

Una giornata intensa di emozioni sensazioni che ridestavano in me il senso della vita, la voglia di viverla, la curiosità di sapere, di vedere con tutte le energie possibili.
A proposito  di energie, era ormai ora di cena, la cena del mio compleanno organizzata da Gigi a Beverly Hills.
Rientrati in Motel ad Hollywood, rinfrescati, vestiti di tutto punto, andammo a cena.
Una napoletana non poteva festeggiare il suo compleanno in un posto qualsiasi…
Pasquale a Beverly Hills,  Pasquale a Beverly Hills ci aprì le porte del suo ristorante, dove accoglienza e cibo erano proprie di un napoletano doc, trapiantato da 30 anni a Los Angeles.

Quella sera mangiai divinamente, il dialetto di Pasquale musica nel mio sangue.

Quel giorno stava giungendo ormai al termine, il compleanno più lungo e più intenso che io abbia mai vissuto. Non avrei potuto chiedere di meglio.
Hollywood, Santa Monica , Venice, Malibu…immagini scolpite sulla mia pelle, marchi nel mio cuore, cibo per la mia anima.
Quella notte trascorse lenta e dolce, il sorriso non lasciò mai il mio viso, un altro giorno stava per arrivare …la mia avventura nel paese a stelle e strisce aveva un sapore ancora più dolce intenso
e non era finita…

Raf
Don’t Forget to smile