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Il profumo di quel mosto selvatico

“Il vino eleva l’anima e i pensieri, e le inquietudini si allontanano dal cuore dell’uomo.” Così Pindaro, poeta greco, dedicava il suo pensiero al vino.

Ho salutato da qualche giorno l’estate con l’ultimo tramonto a Venezia e ho dato il benvenuto all’autunno che non ha tardato a presentarsi con qualche pioggia e la sua aria frizzantina.

Tutto in pieno movimento, ti ritrovi a girare come una trottola e non ti accorgi che il tempo ti sfugge e inevitabilmente la vita. Allora bisogna fermarsi e dedicarsi del tempo. Un giorno qualsiasi o magari durante il fine settimana stappo una profumata bottiglia di vino, non uno qualsiasi, il mio preferito è L’Amarone di Valpolicella, gentilmente fornito da mia madre, sommelier.

Ormai è un rito. Prendo la bottiglia dalla mia piccola cantina, con l’apribottiglie estraggo il tappo come il più esperto dei sommelier, lo annuso, e verso il contenuto nel mio “balloon”. Il profumo non tarda a raggiungere i miei sensi. Continua a leggere

Funambole – Storie alla rierca di equilibrio 4

” Tutto scorre” dice un saggio. Così anche per Ale. 

Altre esperienze, altri viaggi, altri uomini sono transitati nella sua vita, ha fatto tesoro di ogni piccola emozione, di ogni piccola sensazione. Ha preso tutto quello che le serviva per diventare una donna ancora più forte. Ha ritrovato il suo equilibrio. Io sono sempre stata con lei. Ho appreso che una donna è capace di stravolgere la sua vita, gestirla, ricostruirla e ricominciare tutto da capo… Ale è così, noi siamo cosí, noi donne abbiamo questa dote fortunatamente.

Fino a quando non arriva un piccolo elemento di disturbo che ti rimette di nuovo in gioco. Il messaggio.!

“Io e Gioia ci siamo lasciati, sentivo il bisogno di dirlo a qualcuno, scusami. ho scelto un’amica che c’era molto prima di lei… e che mi manca.”

La cena di lavoro di Ale dura più del previsto. Poi il mio Samsung si illumina, è Ale : “Questi tizi chiacchierano, chiacchierano, e non mi mollano, per mangiare una fetta di crostata hanno impiegato 20 minuti, ma tu sei sveglia? dormi? che fai, non mollarmi, appena mi stacco ti chiamo o magari passo da te”.

Quel messaggio è l’espressione dell’agitazione, la tranquillizzo :”Sono in Siberia a raccogliere ghiaccio, rientro tra qualche mese… dai certo che sono sveglia sto lavorando passa quando vuoi”.

La sua risposta un emoticon con il dito medio, eh si mi vuole bene.

Christian riappare dopo anni di assenza solo perché la sua storia è finita….che strano.. penso al messaggio.., intanto continuo a lavorare al mio racconto.

” Apri”.

Un messaggio di Ale, è all’ingresso.

Le apro, mi abbraccia forte: “Ora che faccio”.

Il suo sguardo preoccupato, vedo la fragilità e la dolcezza allo stesso tempo. La Manager lascia il posto alla donna.

Le voglio un bene infinito e vederla così indifesa, è strano.

“Allora valutiamo il messaggio, cerchiamo di capire perché ti ha scritto e cosa vuole. Tu hai voglia di rispondere? Perché se non rispondi tutto rimane come è sempre stato, lui non esiste, se rispondi è normale che inneschi un nuovo meccanismo, scusa ma non lo avevi bloccato, come ti ha scritto?”

” Sms”.

” Perfetto, li era libero. Ok cosa vuoi fare, il tuo istinto cosa ti dice”.

Il suo sguardo basso, e pensieroso…prende il cellulare ed inizia a scrivere.

“Mi dispiace che tu e Gioia vi siate lasciati e mi dispiace che tu sia ricomparso solo in questa occasione e che tu senta la mia mancanza. Io c’ero anche durante lei, ma non hai saputo gestire l’amicizia alla quale dicevi di tenere moltissimo. Ho preferito allontanarmi perché in fondo ti  capivo bene,  non ti ho giudicato. Ma nonostante  tutto io ci sono!.

Ecco il ” ma nonostante tutto io ci sono , non mi convince molto, ma se sente di scrivere questa cosa non sarò ad impedirlo.

” lo invio?”

” Se vuoi”.

In un attimo, senza neanche accorgersene ha inviato il messaggio. Occhi fissi sul telefono. La osservo con attenzione, la donna è diventata una ragazzina, alle prime armi con ” L’amichetto del cuore”, cerco di capire il motivo, ma qualcosa mi sfugge. Forse quel messaggio è arrivato in un momento particolare…. penso, guardo i suoi occhi, percepisco la frenesia nelle sue mani…

” Eccolo!”

 La risposta non tarda ad arrivare, certo Christian ha sparato il primo proiettile ora deve continuare a lanciare bombe.

Ale legge con attenzione il messaggio, il suo sguardo cambia ed è accompagnato da un sorriso dolce.

” Allora?” Le chiedo.

Tieni”.

Leggo.

“In realtà è passato un po’ ..già… ho impiegato un po’ di tempo a scriverti, proprio perché non volevo scriverti per opportunità… fa niente che non troverò la stessa persona, mi basterà rivederti e tornare a sorriderti… volevo chiederti scusa, tu non lo sai, ma qualcosa di te me lo sono sempre portato dentro. Sempre.

Sono sincera, non sono felice di questo messaggio, a Roma si dice è da ” Paraculo”, bello, tocca i punti giusti… qualsiasi donna vuole sentirsi dire certe cose….ma perché lo fai adesso, cosa vuoi veramente… Christian…

Pensieri che non sono mai usciti dalla mia bocca. Ale deve fare ciò che sente, e che desidera… io le guarderò le spalle.

” Come stai?”.

” Non lo so non capisco esattamente cosa succede, tutto così strano”.

Lo scambio di messaggi continua fino a tarda notte, riprendono un po’ da dove si sono lasciati. Hanno tanto da raccontarsi.

Osservo Ale e vedo una nuova luce nei suoi occhi, sono felice di vederla di nuovo in ” Vita”, ma questa cosa mi spaventa allo stesso tempo. 

Tra un messaggio e l’altro decidono di incontrarsi per bere una birra. Christian è fuori per lavoro rientrerà  in un settimana a Roma.

Ale mi guarda, con un sorriso angelico, luminoso, forse pieno di lacrime….

“Sono felice….sto facendo una cazzata!”

L’iphone di Ale si illumina ancora per una volta quella notte.

” Tu non lo sai ma c’eri prima di tutto… ed eri già dentro di me”.

Silenzio.

To be continued….

Don’t forget to smile

Raf

 

 

 

 

 

INTERVISTANDO – IRON MAN

Ho sempre associato l’eroe della Marvel “Iron Man”a Robert Downey junior, l’attore che ne interpreta il ruolo nel famoso film. Ma a volte senza esserne a conoscenza, scopri che in fondo c’è un “Iron Man” in ognuno di noi.Non è solo un personaggio dei fumetti, è anche una persona comune, magari presente nella tua vita. Molte volte la vita di persone comuni non è raccontata perché priva di aneddoti interessanti…

Considerazione al quanto sbagliata.

Mi sono divertita ad interpretare il ruolo di una giornalista, con una persona a me cara e grazie a qualche domanda mi si è aperto un mondo sconosciuto. La vita di una persona apparentemente comune diventa quella di un “comune” supereroe.

Questa è la storia del mio Iron Man.

Nato il 9 gennaio del 1936, primo di 9 figli.

Nel 1936 la seconda guerra mondiale è alle porte, un soffio di vita si intrufola nelle fessure della porta di casa Coppola, dove si sente il gemito di una nuova creatura, Raffaella Esposito dà alla luce Luigi,  suo primogenito.

“La guerra era ovunque, avevo solo 3 anni, molti non mangiavano che pane e cipolla o baccelli dei piselli. Mio padre, Giuseppe Coppola, aveva un laboratorio di sartoria in centro, aveva studiato a Parigi, ed era benvoluto dagli “stranieri”, lo chiamavano il sarto parigino, per cui non siamo mai rimasti senza cibo. Loro gli chiedevano dei piccoli lavori sartoriali e noi mangiavamo. Ma un giorno qualcosa è andato storto. Giunse alle orecchie dei tedeschi che mio padre fosse Ebreo, non so perché, o chi avesse messo in giro questa voce. Una mattina 3/4 rappresentanti dell’esercito tedesco portarono via papà dalla sartoria. Io ero solo un ragazzino e rimasi fermo immobile nel retro bottega, impotente e terrorizzato. Avrei voluto urlare “Ferma lasciate mio padre non ha fatto nulla”, ma ero solo un ragazzino impaurito. La nonna , scusa , mia madre non si perse d’animo e grazie ai suoi contatti riuscì a smuovere le acque. Un sergente delle SS, cliente della nostra sartoria, si fece garante per mio padre, giurando che non fosse ebreo, che venne così rilasciato. Furono dei giorni tremendi, sono passati tanti anni ma quelle immagini e quelle emozioni sembrano di oggi”.

 

Luigi, ha frequentato le scuole primarie fino alla seconda media. Come molti ragazzi della sua età, però non amava studiare, per cui con i soldi della retta che suo padre gli consegnava per pagare l’istituto delle suore, andava a Napoli a fare baldoria con i suoi coetanei.

“ Non avevo proprio voglia di studiare, appena il sorriso del sole mi sfiorava il viso, organizzavo una gita lampo a Napoli, dove mi divertivo con i miei amici. A sedici anni  però sono dovuto capitolare. Mio padre non accettava il mio comportamento, e  lasciata la scuola, ho iniziato a lavorare nel suo laboratorio , rubando qui e lì i segreti del mestiere. Un giorno normale diventò un giorno speciale, quando mio padre per premiarmi della costanza sul lavoro che gli avevo dimostrato, mi comprò una bicicletta da corsa, una “Legnano” (a quei tempi pochi potevano permettersela). Quella bici mi ha fatto sognare, regalandomi tante soddisfazioni. Dopo duri allenamenti, sono stato campione di 1 Km in pista, gareggiando nel velodromo ad Arenella (cittadina di Napoli).”

Luigi cresce sano, ma in fretta, sono lontane le gite a Napoli, cresce la famiglia, crescono le sue responsabilità di primogenito. Come la maggior parte dei napoletani, nel suo sangue scorre la musica, dove si rifugia nel suo tempo libero. Si dedica allo studio della batteria, con passione, con tenacia, e dedizione. Riesce a creare un gruppo, una piccola Band, con la quale si esibisce in alcuni locali con le cover di Renato Carosone. Grazie a queste esibizioni, viene notato da Peppino di Capri, il quale rapito dalla passione di quest’uomo per la musica, gli propone di suonare con lui in tournè.

Ma ben presto le passioni passano in secondo piano, se la tua famiglia ti chiede supporto.

“La famiglia cresceva, e non potevo soltanto pensare a cosa piacesse a me, per cui ho dovuto iniziare a lavorare seriamente per sostenere mio padre e tutte le spese che bisognava affrontare in casa. Ho trovato un lavoro che mi calzava a pennello. Il rappresentante di abbigliamento. Ho sempre amato il contatto con la gente, poter comunicare, confrontarmi. Ho viaggiato tanto e incontrato molte persone, da ognuna di loro ho appreso molto.  Ero giovane ed ero come una spugna assorbivo tutto ciò che poteva interessarmi. Si, ho avuto molte soddisfazioni, in più ho raggiunto il mio obiettivo: sostenere economicamente la famiglia, che cresceva… 11 persone in casa non erano poche da sfamare, da vestire..”.

Luigi  diventa un uomo responsabile, capace di provvedere a se stesso ed anche agli 8 fratelli.

Arriva anche per lui il tempo dell’Amore.

“Il destino ha portato sul mio percorso di vita Rosa, una bella donna, dai colori mediterranei. Dopo averla corteggiata per qualche tempo, con le dovute precauzioni per l’epoca, sai quello che hai visto nei film è vero.. Ti ricordi la canzone ” Ie mammt e tu” ecco, noi usavamo queste accortezze senza mettere a repentaglio la reputazione delle giovani signorine. Nel 1961, avevo solo 25 anni, mi sono sposato. Una bella cerimonia , una bella festa. Da questo amore, nasce Giuseppe. Ero pronto, ero preparato, mi sentivo padre da sempre, ho cercato di dare sempre il meglio a mio figlio, come mio padre aveva fatto con me”.

La vita andava avanti con alti e bassi, Luigi non ha mai mollato. E’ sempre stato il primo figlio, l’uomo di casa insieme a suo padre, ma quando quest’ultimo viene a mancare tutto crolla, tutto diventa più complicato. Iron Man ha piccoli segni di cedimento…

La vita riserva sempre delle sorprese.

To be continued…

 

Raf

Don’t forget to smile