La fine del mondo e il paese delle meraviglie – Murakami Haruki

“E fu così che sprecai intensamente, su una squallida sedia di alluminio di una lavanderia a gettoni, parte delle ultime, preziose ore che mi restavano da vivere. Il mio orologio segnava le dodici e diciassette”

In una piccola e spettrale città, che mura insormontabili separano dal resto del mondo, gli abitanti, privi di ombra e di sentimenti, vivono al riparo da qualunque emozione. Un nuovo arrivato ha il compito di leggere i vecchi sogni nel teschio degli unicorni, i soli animali del luogo, cogliendo frammenti di memorie e di un’altra vita o dimensione. Parallelamente, in una Tōkyō futuribile e disumana, un uomo viene coinvolto da uno scienziato, geniale ma sconsiderato, in un esperimento a rischio della vita che lo porterà a calarsi nei sottosuoli della città, in lugubri voragini animate da creature mostruose e maligne, metafore delle paure che agitano le coscienze. Proprio nel buio fitto della mente si troverà la soluzione che lega i personaggi dei due mondi, in realtà l’uno il riflesso dell’altro. Sarà possibile lo scambio tra le due dimensioni, o il viaggio sarà senza ritorno?

“La fine del mondo e il paese della meraviglie” è un romanzo a metà tra il romanzo realistico ed il fantasy, atmosfere oniriche, personaggi al limite del paradossale, strani paesi e creature bizzarre.
Se non ci fossero non sarebbe Murakami.

La storia corre su due binari e su due mondi paralleli che lentamente si avvicinano. Il primo mondo è “Il paese delle meraviglie” in cui il protagonista, senza alcun nome, vive. Egli lavora per una grande organizzazione che si occupa di protezione di dati, preziosi e sensibili.

Il secondo binario è invece “La fine del mondo” che coincide con una città cinta da una muraglia invalicabile in cui il secondo protagonista (senza nome) si trova, non ricordandosi come ci sia effettivamente arrivato. Lentamente scopre come funziona la vita in quella strana e perfetta città, conosce personaggi: il Guardiano, il Colonnello in pensione, la bibliotecaria senza cuore, animali monocorno di cui deve leggere i teschi, e  viene privato della sua ombra che funge da scatola dei ricordi, il protagonista infatti non ha alcuna memoria del mondo da cui viene e solo alla fine conoscerà se stesso.

Murakami lascia al lettore la possibilità di attribuire significati personali, non fornisce una chiave di lettura univoca.

l’importante, quando ci si avvicina a questo scrittore è aprire la mente e aspettarsi di tutto, abbandonare qualsiasi aspettativa e lasciare che le parole ci trasportino all’interno dei mondi descritti…

Raffaela

Letto per Voi – Seta

Seta è una storia d’amore.

Hervé Joncour abita a Lavilledieu con la moglie Hélène, per vivere compra e vende uova di baco da seta. Quando le epidemie attaccano e incominciano a distruggere prima gli allevamenti europei, poi quelli del vicino Oriente, Hervé Joncour si spingerà avventurosamente fino al Giappone, per procurarsi delle uova di contrabbando: a casa lo aspetta, come sempre, Hélène.

In quella terra ai confini del mondo, acquista le preziose uova di baco da Hara Kei, uomo potente del posto. Fin dal primo viaggio accanto a Hara Kei vede una misteriosa donna e se ne innamora. L’amore fra i due si esprime solo attraverso gli sguardi, tra loro non ci sono parole. Tornerà in Giappone per tre volte e durante le trattative con Hara Kei incontra sempre l’affascinante donna, ma alla quarta, mentre la guerra imperversa nel paese non troverà più la donna amata, Hara Kei non accetta più di scambiare i bachi con il suo oro e gli dice di non tornare mai più.

Tornato in Francia Hervé non dimentica mai quella donna e si ammala di malinconia, fino a quando un giorno riceve una lettera in giapponese. Hervé la fa tradurre e scopre che…..

 Un racconto breve ma inteso, con descrizioni di ogni particolare.

Ho viaggiato verso luoghi lontani, ho accarezzato la seta con le mie mani, ho visto gli sguardi intensi che i protagonisti si sono scambiati. Ho sofferto con Helene, ho provato il suo immenso amore ed il suo dolore.

La lettera poi, contiene parole intense, amore e dedizione pura. “Seta”, è un libro delicato, ricco di sfumature, è stato la mia seconda lettura di Baricco dopo “Novecento”, chi non si è già cimentato nella lettura di questa storia, deve assolutamente farlo.

Consiglio di leggerlo tutto di un fiato.

Buona lettura

Raffaela

Don’t Forget to Smile

 

Letto per Voi – Prima di cadere di Noah Hawley.

(…)

– È l’età. Niente di nuovo. Pure io ci sono passato. Dogmi.
Lei annuisce, le riappare negli occhi un raggio di speranza.
– Però crescendo sei cambiato.
– Crescendo? No. Ho fatto terra bruciata, mi sono ubriacato fino allo stordimento, ho fatto incazzare tutti quelli che conoscevo.

Mi aveva incuriosito il tema: un disastro aereo e due persone che riescono  sopravvivere allo schianto.
Aereo di lusso, persone importanti, star system e quanto altro e un povero pittore che ha rimediato un passaggio per tornare a New York su un jet come quello e con quelle persone.
Inizia con lui che ovviamente arriva in ritardo e partono.
Dopo diciassette minuti di volo, l’aereo precipita in mare.
Si ritrova a galleggiare in mezzo ai rottami, le fiamme DI NOTTE da solo, inizia a chiamare ma non risponde nessuno. Alla fine trova uno dei bambini di quattro anni, miracolosamente salvo anche lui e con una spalla lussata, riesce a trarre in salvo fino a riva dopo una notte in acqua a una decina di miglia dalla costa.
Apparirebbe un noir banale se l’autore non avesse sapientemente inframezzato episodi attuali a spezzoni della vita di ogni singolo componente di quel eterogeneo gruppo di persone sino ad arrivare all’esito finale.
Un libro, piacevole, non incredibile ma a chi piace il noir, in questo weekend di Pasqua, apprezzerà sicuramente.

Buona lettura

Cesare

Letto per Voi – LA FIGLIA SBAGLIATA DI RAFFAELLA ROMAGNOLO


Le ultime notizie di cronaca, mi hanno portato a decidere di condividere un libro letto un po’ di tempo fa: ” La figlia sbagliata” di Raffaella Romagnolo. È un libro duro da leggere. Un pugno sferrato nello stomaco, scritto con la maestria di un giallista e l’acume di uno psicologo.

La penna della Romagnolo, a tratti ironica, riesce ad entrare nei meandri più profondi delle relazioni familiari.

Famiglie dall’apparente normalità. Perfettamente e tristemente calate nelle loro pose plastificate, pur di mostrare alla società il loro attimo di felicità e perfezione: come fosse un trofeo.

Talvolta accade però che a dipanare i segreti, e a tirare fuori gli scheletri dall’armadio, intervenga un evento drammatico, con tutto il suo dolore e cinismo.
Ma gli scheletri nell’armadio della famiglia Polizzi non riguardano: amanti, vite sballate o doppie vite.

Lo scheletro che esce dall’armadio dei protagonisti si chiama: “normalità apparente”. Una normalità che potrebbe essere privata del suo aggettivo se gli insuccessi, i treni passati e non presi, i sogni non realizzati fossero visti e vissuti semplicemente come occasioni mancate e non come ” vergognosi tabù” da nascondere.
Invece, scorrendo le pagine del libro, ci si rende conto di quanto sia comune a molte famiglie. La scrittrice riesce a scostare le tendine pulite e inamidate delle nostre case e a lasciarti ( lasciarmi) con il dubbio agghiacciante e grottesco che forse il vero nome della nota famiglia televisiva Mulino Bianco fosse un altro. Polizzi?!

 

Tiziana

Letto per Voi – LA GUERRA DEI SEI GIORNI DI MICHAEL B.OREN

Parto dalla fine:

Risoluzione 242: eredità e realtà

[…] Si prometteva pace al Medio Oriente e integrità territoriale e sicurezza a tutti gli Stati della regione senza fare riferimento a Israele o al suo riconoscimento. Fu trovato persino uno sponsor non americano per la risoluzione, la Gran Bretagna. A questo punto rimaneva un solo grande ostacolo: la misura del ritiro israeliano. Doveva essere un ritiro da “territori occupati nel recente conflitto” o dai “territori occupati nel recente conflitto”?
Infine, grazie all’instancabile impegno di Goldberg e Caradon, gli egiziani si persuasero che “territori” significava tutti i territori – nelle versioni francese e araba del testo figurava l’articolo determinativo – mente gli israeliani si accontentarono del fatto che la versione ufficiale inglese rimanesse vaga. Così, il 22 novembre (1967), il Consiglio di sicurezza adottò all’unanimità la risoluzione 242 “concernente i principi per una giusta e durevole pace in Medio Oriente”.

Inserendo una piccola nota, non priva di “bonaria ironia” (come nel testo), su Moshe Dayan:

[…] Come osservò un alto funzionario della Difesa, non senza bonaria ironia, parlando con un diplomatico americano: “Il generale Dayan chiuderà un occhio su ogni tentativo di interrompere il corso degli eventi”.

Ho trovato il libro, come documento storico, estremamente interessante. Me lo sono fatto prestare da una cara amica, poiché sono sempre stato affascinato dalla figura di Moshe Dayan. All’epoca dei fatti (nascevo un paio di anni dopo) ha rappresentato, nella mia adolescenza, l’archetipo del guerriero moderno. Per via della benda all’occhio, un “corsaro” dei tempi moderni, un uomo tutto d’un pezzo, privo di paura.
Leggendo il libro, ne viene fuori, prima di tutto una versione assolutamente più ampia e esaustiva di tutto il contesto e del periodo storico; inoltre altre figure importanti, emergono con la stessa potenza di Dayan e non meno significative per l’esito di quello che è stato definito un conflitto epocale.
Se si è interessati alla Storia contemporanea e a comprendere le basi dell’attuale situazione in Medio Oriente, è un libro che suggerisco assolutamente. Scritto molto bene, si fa leggere come un thriller di attualità. Inizialmente lento per via delle spiegazioni generali del contesto storico per poi accelerare in una maniera incredibile durante l’arco di tutto il conflitto. Tanto che verso la fine ho dovuto rallentare perché inevitabilmente stava terminando. Mi accade sempre così con un bel libro.

Cesare