Radio Freccia

Appena maggiorenne,
un filo sottile mi legava ancora a quello stato adolescenziale, che tagliato mi avrebbe fatto diventare una donna e nell’attesa la musica ricopriva, come ancora oggi, un ruolo importante nella mia vita accompagnandone momenti belli e meno belli, scandendone rigorosamente gli attimi.
In quegli anni Luciano Ligabue “condizionava la mia anima”, avevo vissuto al massimo in “certe notti”e avevo conosciuto Mario, che per me ed i miei amici  non aveva mai chiuso il suo Bar.
Luciano era lì, quando mi sentivo una “piccola stella senza cielo”, in balia dell’ignoto futuro sostenendomi e dandomi la forza di non spegnere la mia luce.
Era il 1998, la vita seguiva il suo corso, scelte, cambiamenti, inadeguatezza, ribellione ed una folle necessità di credere di poter fare tutto ciò che si desiderava.
Volevo credere.
Come il protagonista del film “Radio Freccia”, Ivan Benassi, iniziai ad avere la necessità di non credere a tutto ciò che mi dicevano, ma a tutto ciò in cui volevo.
Proprio in quei giorni, dopo aver visto il film, Antonio ed io ci incontrammo per bere una birra al Maracanà, un pub che da tempo era il nostro punto di ritrovo, dopo un pò di chiacchiere, risate e temi che alludevano ai massimi sistemi, l’uomo ed il fuoco, l’invenzione della ruota, cogito ergo sum, mi consegnò un pezzetto di carta, almeno quello che mi era sembrato a prima vista.
Era un biglietto ripiegato più volte su se stesso, su di un lato presentava una scritta in verde,

” x Raffa”.

I nostri sguardi si incrociarono, i nostri visi non celavano la curiosità e attesa di reazione.
Iniziai a dispiegare il foglio a quadretti, che man mano prendeva la sua forma naturale. Le prime macchie di inchiostro, questa volta blu, iniziavano a trasparire dalla carta.
Era scritto a mano, con quella grafia piccola e precisa che avrei riconosciuto tra mille altre.
In alto a destra una data” Ottobre 1998 ore 3.48 AM”. Antonio sapeva perfettamente quanto amassi quei piccoli gesti più di qualsiasi altra cosa, a prescindere dal contenuto, lo ritenevo un gesto di grande attenzione, di calore.
Un altro sguardo sul suo viso, l’angolo destro delle bocca era tirato un pò verso l’alto, come se si stesse accingendo ad un sorriso.
Iniziai a leggere.
I miei occhi scorrevano tra quelle righe, assaporando ogni lettera, ogni parola, ogni pausa.
Quelle parole nella mia mente risuonavano come dolci note, mescolate a toni di rock progressive.
Terminai la lettura dopo qualche minuto.
La riflessione.
Il silenzio.
Un sospiro ed uno sguardo di gratitudine a quel sorriso non più nascosto.
Sono trascorsi tanti anni, 18, quel biglietto è riposto gelosamente nel mio portafoglio, un pò consumato dal tempo, qualche parola sbiadita…ma nulla potrà cambiarne il contenuto.
Ispirato dal film, Antonio mi aveva raccontato, scrivendole su quel biglietto, le cose in cui voleva credere, non importava se avessero senso o meno, bisognava credere in quel che si voleva…..

” Ottobre 1998 ore 3.48AM”

 Adattato per Noi

“Credo nei sogni, negli urli in testa, nella puzza di benzina, nella coca-cola, nella sincerità, nelle chiavi dimenticate a casa, in quelle che cerchi continuamente nella borsa.                                                                                                                                 Credo nelle cose provate e mai dette, nelle cose dette e mai provate, nei bordi dei cuscini, nei vecchi jeans 501, nella sveglia che suona al mattino, nelle scelte sbagliate, nelle strade percorse, nelle stelle cadenti, nelle apparenze, nei tacchi a spillo, nel mare, nei Simpson.
Credo nei Vampiri.
Credo nelle fottutissime illusioni, nei sogni nel cassetto, nell’acqua che sa di cloro. Credo nei brividi di due mignoli che si intrecciano, nel rispetto, nei falsi sorrisi, in Dylan Dog, nel pavimento fresco d’estate.
Credo nell’amicizia di mia sorella, quella vera pura, senza condizioni, ne competizione. Credo nel tramonto estivo, nella pioggia che nasconde le lacrime, negli occhi di mio padre, nella bellezza, nell’abbraccio di un bambino.Credo nelle cose strane, nell’affanno di un respiro ricco d’amore, credo in te, credo in me, credo nel futuro, credo nella passione,

Credo nell’Amore.”
Raf
Dont’ forget to smile

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